Il Museo di Monticchio rimane sempre
chiuso di Armando
Lostaglio
E' una giornata luminosa a Monticchio, tutto verde
intorno e ginestre ad illuminare i bordi della strada: questo lo spettacolo di
colori che accoglie alcuni visitatori sui laghi vulcanici. Un camper vede alla
guida una signora non proprio giovanissima.
Proviene da
Reggio Calabria: una
visita di devozione sul Gargano, a San Michele e quindi a San Pio, poi
di
ritorno, verso l'altro Santuario Micaelico di Monticchio, all'interno
dell'abbazia.
Qui padre Giuseppe celebra la messa per gli otto anni di sacerdozio, fra
i suoi
parrocchiani di Monticchio. La signora è informata anche dell'apertura
di un
Museo di Storia naturale. Inaugurato da un paio di anni, ha avuto molti
visitatori,
ma solo agli inizi; quindi prolungate chiusure. Alla vivace calabrese
si avvicinano anche delle signore
straniere, venute a Monticchio per un più approfondito studio del
territorio.
Purtroppo restano deluse della chiusura del Museo del quale avevano
acquisito
molte notizie, e, incuriosite, avrebbero voluto scoprirne i tesori,
protagonista la farfalla del crepuscolo, la nota Bramea europea scoperta
negli
anni 60 dal conte Hartig. Ma non hanno notizie di possibili aperture,
non sanno
a chi chiedere. Persino la domenica il Museo rimane chiuso. Ridiscendono
quindi
per la stradina collinare, direzione le Mura millenarie dell'abbazia di
Sant'Ippolito. Pure lì trovano transenne
ovunque, chiusa ed isolata probabilmente per lavori di manutenzione.
Cercano
invano di conoscere i tempi di una eventuale riapertura per poter
visitare il
sito. Anche qui, nessuno sa dar loro risposte.
Chissà se
la signora calabrese ritornerà col suo camper da queste
parti, per devozione in luoghi così sacri. Per ora, certo, non ha avuto
la
possibilità di godere in fondo della rara bellezza di questa località,
dove
natura e storia si intrecciano e si misurano con le insidie del tempo. E
degli
uomini.
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