Percorrendo la vecchia strada
provinciale mi è capitato di imbattermi nella visione del nuovo campo sportivo
e ripensando a quanto lo abbiamo atteso, nella speranza che non resti una
cattedrale nel deserto, mi sono tornate alla mente tutte le mie esperienze calcistiche. In questo campo
Tursi ha ormai consolidato una grande tradizione sin da quando, nei lontani
anni '50-‘60 il prete della parrocchia San Filippo Neri , don Michele CIRIGLIANO, tanto piccolo fisicamente quanto grande per
impegno nel sociale, ebbe la felice intuizione di far costruire un campo
sportivo. Assieme a lui bisogna considerare una "istituzione": Osvaldo DE GRAZIA, che per primo
impostò un assetto societario funzionale e redditizio.
Da allora numerosi personaggi
hanno calcato la scena e per
elencarli tutti non basterebbe una piccola enciclopedia, per
cui sin d'ora mi scuso con quanti non troveranno posto in queste brevi
riflessioni. Voglio rendere omaggio ad alcuni personaggi, parecchi dei quali
non sono più con noi, ma che hanno lasciato una loro personale impronta. Per
primo mi viene da parlare del "Capitano" per antonomasia (del quale per anni
sono stato vice): Giovanni DI NOIA,
ancora gagliardo a Pisa. Egli ha caratterizzato la scena calcistica tursitana sin
dalla prima gioventù quando, giovane studente a Matera, seppe conquistarsi
l'onore di militare nella squadra del capoluogo di provincia, continuando poi
la sua carriera nel Montalbano, Pisticci, Policoro e altrove, spendendo però le
migliori energie della sua vita sportiva nella sua Tursi, dove ha retto la
scena per lunghissimo tempo, prima come calciatore e poi come allenatore e
dirigente. Come giocatore era
estremamente generoso ed arcigno e gli attaccanti avevano vita sempre dura con
lui. E' stato il capitano della formazione forse più completa della storia
calcistica tursitana (foto 1) che nel 1964-65 seppe conquistare il secondo
posto alle spalle di uno strepitoso Policoro (dei FINI, SPADA, IUORNO ecc.). Come allenatore è stato
un "motivatore" eccezionale ed il primo ad avere insegnato elementi di tattica
(condivisibili o meno). Insomma, una vera icona calcistica locale. Con lui mi
sovvengono altri nomi, alcuni forse meno celebrati, ma estremamente
significativi e primo tra tutti il compianto Tonino CASSAVIA, gentiluomo in campo, stimato e rispettato da
compagni ed avversari; Giannino VALLONE
, dotato di una tecnica sopraffina e, come tutti i fuoriclasse, genio e
sregolatezza in campo; Angelo CUCCARESE,
troppo presto strappato da un destino crudele alla sua famiglia ed al calcio,
che seppe suscitare l'interesse addirittura del Taranto; Flori FORTUNATO, pioniere di questo sport fin dai tempi di don
Michele, difensore completo che sapeva guidare magistralmente la difesa;
l'inossidabile Antonio "Nino" MANIERI, che aveva tutte le
qualità per sfondare (era seguito ogni domenica da emissari della Reggina), un'autentica
promessa vanificata quando militava nel Policoro, a causa di una ingenuità che
gli costò una lunga squalifica, togliendogli anticipatamente la scena da
protagonista; Vincenzo PADULA , per
tutti affettuosamente "u'squarcione",
terzino con la tecnica e la velocità di un attaccante, anche lui precocemente
stoppato da un incidente stradale che gli ha impedito di continuare a giocare; Pinuccio LATRONICO, portiere di grandi
qualità, responsabilizzato giovanissimo in prima squadra; Salvatore LAITA , oggi emigrato in Germania, dotato di tecnica
superiore alla media, tanto da essere chiamato a giocare a Bernalda, una piazza
di vera eccellenza calcistica. Per omaggiarli
ho scelto alcune foto che li ritraggono con persone che, pur non avendo
fatto attività agonistica, hanno sempre gravitato nell'ambito della squadra
(come il "mitico" Ninuccio RAGAZZO).
Io ho avuto la fortuna ed il piacere di percorrere quei tempi con molti dei
personaggi citati, che ricordo con estremo piacere ed un pizzico di nostalgia
(la stessa che provo ripensando i miei primi passi nel calcio, da quand'ero
bambino).
Luigi CAMPESE
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