La tv dei quiz di Armando Lostaglio
"...Succube
del Milionario e programmi simili in
cui, a causa della pochezza del programma, per ogni domanda il concorrente diventa propotagonista,
dilungandosi nel perché la tale risposta non lo convince, quell'altra neppure ...
questa è la tv, e quello è un basso trucco per riempire a costo zero altri
minuti e far sentire protagonista il concorrente, che poi è l'unica cosa che
desidera..." Nel suo box quotidiano su un
settimanale, il critico televisivo Dipollina analizza questa annosa presenza in casa soprattutto di sera, che a
taluni da il pretesto di acculturarsi o sfidarsi con domande capziose.
Qualche
sera fa una concorrente (neppure giovanissima) ad una domanda cui non ha dato risposta,
ha ammesso che "Il gattopardo" di Visconti non lo aveva mai visto, dubitiamo
pure il libro da cui è tratto. Il palinsesto si riempie comunque, o si svuota,
in attesa che lo Scotti (uno degli eredi del Buongiorno dei quiz) dia il
responso all'ansioso spettatore. Ma altrove le cose non vanno meglio: la
Germania, nel ventennale dalla caduta del Muro di Berlino, lo ha celebrato in
tv con uno Speciale, superato negli ascolti (dicono i numeri del loro Auditel)
da una specie di reality, un grande-fratello ancorché più volgare, contrapposto
all'evento storico in tv. Caduta di gusto, prima ancora che dei muri. Il film
vincitore quest'anno a Cannes di un eccellente Michael Haneke , "Il nastro bianco", che evoca gli albori
della crudeltà sfociata anni dopo nel nazismo, sembra che anche da quelle parti
sia una inutile lezione di stile, quello cinematografico, arte (anche lì)
mortificata da una becera e rissosa televisione.
La baruffa resa a sistema, di
cui lo Sgarbi è da noi l'avvenente
condottiero, contrapposto ad un Vespa che con la sua apparente serafica
attitudine impone (da un mese) di far parlare del suo nuovo libro i Tg di ogni
rete, per le dichiarazioni del premier concesse soltanto a lui, depositario di
verità. Per cui le librerie in ogni angolo d'Italia sono inondate del suo
volume, 20 euro, edito da Eri-Rai e
Mondadori, ovvero l'intero arco parlamentare dell'editoria. Uomo d'affari, Vespa,
non c'è che dire, mentre il pubblico è asservito agli ascolti, agli insulti di
arricchiti così straordinari. Perfino il principe Emanuele Filiberto (casa
Savoia) diventa emblema di eleganza per la pubblicità a tutta pagina sui
giornali, grazie alla tv di Stato che lo ha reso campione di danza in balere
costosissime (per il contribuente). La nostra storia viene ignorata (come in
Germania) cancellata e lavata con un solo colpo di spugna.
Non
sarà cancellata invece Alda Merini, che se ne è andata piano, lei "meteorite
sopra il sonno aristocratico della poesia italiana" (scrive il critico Maugeri);
e pure l'inverno avanza piano, cercheremo di "non disturbare la neve con le
nostre impronte" (Sting).
CineClub "De Sica"-Cinit Rionero
In Vulture
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