Muore Suso Cecchi D'Amico di Armando LOSTAGLIO
Un altro tassello importante del Cinema saluta questo mondo, che pure con i
suoi scritti ha reso meno banale: se ne va la sceneggiatrice Suso Cecchi
D'Amico. "...è stato un bellissimo viaggio in ottima compagnia - aveva dichiarato
qualche tempo fa - perché io appartengo a una generazione che rappresentava e
viveva intensamente il mondo in cui lavorava. Eravamo tutti molto amici e tutti
molto legati.
Oggi purtroppo non c'è più questa solidarietà tra gli addetti ai
lavori del cinema in Italia." Aveva 96 anni la signora Giovanna Cecchi, ma che
il mondo della cultura del Novecento ha sempre contraddistinto con lo
pseudonimo di Suso, con il quale ha firmato le sceneggiature dei film più
importanti della storia del Cinema di tutti i tempi. A trent'anni scrive la sua
prima sceneggiatura "Mio figlio Professore" diretto da Renato Castellani. Da
allora inizia la collaborazioni con scrittori ed autori del calibro di Ennio
Flaiano, Cesare Zavattini, Vitaliano Brancati.
Opere memorabili, al fianco di
registi basilari quali Luigi Zampa (L'onorevole Angelina, 1947, Vivere in pace,
1947), Alberto Lattuada (Il delitto di Giovanni Episcopo, 1947), Vittorio De
Sica (Ladri di biciclette, 1948, Miracolo a Milano, 1951), Michelangelo
Antonioni (I vinti, 1952, e La signora
senza camelie, 1953, Le amiche, 1955), Francesco Rosi (Salvatore Giuliano,
1961), Mario Monicelli (Casanova '70, 1965, I soli ignoti, 1958) Luigi
Comencini (Le avventure di Pinocchio, 1972, La storia, 1985), Mauro Bolognini
(Metello, 1970), Franco Zeffirelli (Gesù di Nazareth, 1977); con il russo
Nikita Michalkov firmerà nel 1987 Oci Ciornie, interpretato da Mastroianni e Silvana
Mangano.
Suso ha fatto parte a pieno titolo della grande stagione neorealista. Ma il sodalizio
ideale rimarrà quello con Luchino Visconti, che la vuole al suo fianco nel 1950
per Bellissima,
che ne farà poi il suo fedele alter ego narrativo per tutta la carriera fino al
progetto mai realizzato della Recherche
di Proust. Suso Cecchi D'Amico affiancherà il regista nella
realizzazione di Senso
(1954), Le notti
bianche (1957), Rocco e i
suoi fratelli (1960), Il lavoroIl gattopardo
(1963), Vaghe stelle
dell'Orsa (1965), Lo straniero
(1967), Ludwig
(1973), Gruppo di
famiglia in un interno (1974), L'innocente
(1976). Tantissimi i riconoscimenti cinematografici con suoi film candidati
all'Oscar. Un ricordo del tutto particolare va al Leone d'Oro alla carriera che
l'allora direttore della Mostra di Venezia, il maestro Gillo Pontecorvo, volle
riservarle. Era commossa, dall'aria disincantata, convinta tuttavia che il
mondo del cinema stava cambiando. L'unica volta che
avemmo modo di incontrarla. E saranno dedicati a Suso
Cecchi D'Amico anche i "Nastri d'Argento" promossi dal Sindacato
Nazionale dei Giornalisti Cinematografici (Sngci) per rendere omaggio alla
sceneggiatrice più celebre e raffinata che, con la sua passione e la sua
professionalità, ha contribuito a rendere grande il cinema italiano nel mondo.
Suso Cecchi D'Amico, la grande scrittrice di cinema dal 1947 al 1987, in un
quarantennio ricco di film indimenticabili ha ritirato ben sette Nastri, tra i
quali ricordiamo quelli per ''Ladri di biciclette'', ''I soliti ignoti'',
''Rocco e i suoi fratelli'' e ''Speriamo che sia femmina''. ''Quei sette titoli
- ricorda Laura Delli Colli, presidente dei giornalisti cinematografici - sono
una grande lezione di cinema anche per i grandi protagonisti di oggi, attori, registi,
sceneggiatori. E consegnano all'immortalità la straordinaria capacità di Suso
Cecchi d'Amico di raccontare con grande serietà e impegno anche la commedia più
brillante.''
(episodio di Boccaccio '70, 1962),
Armando Lostaglio, CineClub
"V. De Sica" - Cinit
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