Paesi più puliti e qualche quattrino ai disoccupati - P. Sinisgalli
Dalle
domande e dalle riflessioni del "popolo dei saggi", gli anziani, l'idea per una
proposta ai numerosi aspiranti consiglieri regionali. La domanda: "Ma quanta
sold ‘ngi von p' t' candidà". Quanti soldi occorrono per candidarsi? La
riflessione: «Po chi pag' p' pulizzà». Chi paga per pulire? La proposta: ogni
candidato lasci 10 euro in ogni comune. A ognuno la campagna elettorale
costerebbe 1.310 in più. Ogni comune, dato il numero dei candidati, circa 260,
riceverebbe 2.600 euro.
La somma
dovrebbe essere spesa per ripulire i paesi dai
tanti volantini e manifesti disseminati nelle strade e, perché no, per
altri
interventi. A effettuare il servizio, i disoccupati individuati con un
sorteggio. Decidano i comuni, in base
alla platea di inoccupati, il modo migliore di distribuire le somme. Un
esempio: utilizzare due persone significa garantire a ognuno 1.310 euro.
I
candidati, dimostrando di tenere al decoro dei paesi, offrirebbero un
segnale
concreto del loro spirito di servizio.
A
tanto si è giunti dalla chiacchierata partita dopo che due ragazzi,
scesi da
una macchina armati di colla e scopa, hanno attaccato due manifesti di
propaganda elettorale.
«Sono
gli attacchini comandati dal candidato» -riferisce pronto il mio amico
che ha
già intuito dagli sguardi la domanda degli anziani. «Ci vogliono tanti
soldi
per affrontare una campagna elettorale. Considerato che i comizi sono
stati
sostituiti da incontri che si finiscono con tavole imbandite, le spese
si sono
moltiplicate. Dovrebbero pagare anche qualcuno per pulire però. Un
tempo, dopo
il comizio, il candidato andava al bar con i fedelissimi. Quelli che
tenevano
aperta la sezione del partito e che spesso pagavano pure il conto al
barista»,
è il commento di uno che trova tutti d'accordo.
I
saggi, al mio paese, si vedono ancora il pomeriggio, radunarsi in piazza
al
primo sole. Sono i tanti vecchietti che la mattinata preferiscono
passarla in
campagna. Non hanno forza per zappare, ma non rinunciano a far visita ai
posti
dove si sono formati e da dove, col duro lavoro, hanno tirato fuori
risorse per
crescere i padri e le madri dei loro nipoti sempre più lontani. Lontani,
prima
per studiare, poi, perché qui posto per loro non c'è: i famosi
"cervelli" di
cui tanto si parla, specie in questi giorni di campagna elettorale. Ed è
proprio attorno alla campagna elettorale che erano scattate le loro
domande, rivolte
a chi scrive ad altri che nel frattempo li avevano raggiunti al sole. Li
raggiungiamo spesso noi altri, per ascoltare qualche storia e per
cogliere quel
calore che solo loro sono in grado di trasmettere, e che ti arriva dopo
aver
vinto le resistenze dei loro abiti di velluto, profumati di vitigno e di
ginestre.
Paolo
Sinisgalli -da Gallicchio
|