Ricchezza
e povertà di Gorgoglione
Dall'acquedotto
rurale di Gorgoglione, alimentato dalle captazioni in contrada S.Cataldo, nei
pressi della storica sorgente di Fontana di Guerra, non sgorga più una stilla
d'acqua. Dopo una primavera statisticamente tra le più piovose, dopo oltre 20 anni di ininterrotto
servizio alle aziende agricole cui era destinata, l'importante infrastruttura
rischia di diventare il segno premonitore dei danni ambientali che si teme sono
e probabilmente saranno perpetrati sul nostro territorio regionale a causa del
processo di sfruttamento delle altre risorse del sottosuolo che, apparendo
inevitabile, può solo essere
sicuramente governato in modo tanto
attento da evitare almeno i mali "minori". La concomitanza di questo
dannosissimo evento con i lavori di perforazione del pozzo "Gorgoglione 2"
eseguiti dalla Total, nelle immediate vicinanze, in una zona immediatamente
sovrastante la falda acquifera, è sicuramente qualcosa di più che una
coincidenza.
Che
non si tratti di fenomeni siccitosi è dimostrato dalla constatazione empirica
di una più copiosa presenza d'acqua in zone limitrofe, in fossi quasi sempre
asciutti! Che altre sorgenti a servizio secolare di aziende agricole prospicienti
come la masseria Gagliardi o le masserie Abbondanza abbiano negli ultimi mesi
subito la stessa sorte, come lamentano gli agricoltori nati,vissuti ed è il
caso di dirlo "pasciuti" lì, è più che una prova che sia accaduto qualcosa di
imprevisto ed inusuale che ha sconvolto l'equilibrio del sottosuolo
circostante, come le certe e documentabili sollecitazioni cui è stato
sottoposto il sito oggetto delle perforazioni. Se a ciò aggiungiamo la
considerazione e la valutazione della particolare consistenza della
stratificazione geologica di natura flyshtoide, tipica dell'agro del comune di
Gorgoglione, che, per inciso, sembra avere ostacolato non poco i lavori di
perforazione, capiamo ancora meglio come tali sollecitazioni potrebbero aver provocato
danni realmente irreparabili alle falde acquifere.
Infatti,
il Flysh che costituisce la vera ricchezza del nostro sottosuolo, con ricadute
sensibili sull'economia del paese, dando luogo alla estrazione e lavorazione
della famosa, conosciutissima "Pietra di Gorgoglione", è stato da sempre anche un punto di debolezza costituendo, in caso di
fratturazioni, un elemento devastante in termini di instabilità e franosità del
territorio.
Il
problema, comunque, sorto già dall'inizio dell'estate, ai primi di luglio, è
stato segnalato, con forza, alla Total, dal Sindaco del comune di Gorgoglione,
ma ad oggi, nessuna comunicazione ufficiale di
risposta sembra sia pervenuta. Nel frattempo molto lavoro è andato
perduto, e i tanti disagi non saranno mai compensati. Ora viene da chiedersi
veramente se come comunità Gorgoglionese e Regionale, siamo disposti a tollerare
questo modo di fare da parte di chi, nostro malgrado, è legittimato a sfruttare
le nostre risorse. Viene da chiedersi se c'è da augurarsi che qualcosa cambi, che
accada, magari che le istituzioni per prime svolgano fino in fondo il loro ruolo,
e, nel caso in questione, se la Regione Basilicata c'è batta un colpo! Occorre
un intervento forte ed autorevole che costringa gli interlocutori a rispettare il territorio, i cittadini e il loro lavoro.
Ins.
Giuseppe Filippo
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