Sono partigiano, perciò odio chi non parteggia. Odio gli indifferenti di Domenica Donato (riceviamo e
pubblichiamo)
Vi invio questo articolo perché ritengo che quanto ho
scritto valga anche per la questione del nucleare. tutti si ricordano di Chernobyl
ma lo vedono un fatto lontano, non si rendono conto delle conseguenze che esso
ha prodotto. Ricordiamo ma mostriamo anche quanto la catastrofe di Chernobyl
non faccia parte solo del passato ma continui ancora come emerge chiaramente
dai documentari di tanti giornalisti e in particolare della grande Marcella De
Palma.
Sono partigiano, perciò odio chi non parteggia. Odio gli indifferenti. Le
parole del Antonio Gramsci ben racchiudono lo spirito della festa del 25
aprile.
Sono passati
ormai 65 anni da quel 25 aprile del 1945 giorno in
cui il CNL lanciava l'insurrezione nazionale liberando Milano
dall'occupazione
nazifascista. Anche la popolazione civile insorse e vaste zone
dell'Italia
settentrionale vennero liberate prima dell'arrivo delle truppe
anglo-americane
che, dopo aver superato l'ultimo ostacolo della linea Gotica in Toscana,
incalzarono le truppe tedesche in ritirata nella pianura padana. Una
storia
troppo spesso dimenticata; la storia di uomini e donne che hanno
parteggiato,
che hanno deciso di schierarsi e non vivere in quella indifferenza che
sembra essere una caratteristica costante nel nostro paese. Si celebra per ricordare ma se da un lato la memoria dovrebbe insegnare a
non
commettere gli stessi errori dall'altro alimenta una sorta di
indifferenza nei
confronto del presente. Ci fa pensare che ciò che è stato è stato, che
non può
riproporsi sotto altre forme.
Ci dà degli schemi consolidati di cosa è
una
dittatura, di cosa è una guerra, di cosa è il fascismo, schemi che
vengono
interpretati solo nel contesto storico-sociale di quegli anni e che
rimangono lì, nella memoria. È così che non riusciamo a vedere per
esempio quanto una legge elettorale del 2006 sia simile alla legge
Acerbo del
1923, quanto la retorica politica dei giorni nostri sia demagogica come
quella
mussoliniana , quanto non siamo liberi di pensare, quanto i nostri
bisogni
siano creati e allo stesso tempo soddisfatti dalla società, quanto la
libertà
assomigli alla schiavitù. Si depongono fiori sulle tombe dei partigiani, si ricorda che la nostra
democrazia è merito del loro sacrificio ma non si impara mai che un bene
che si
conquista va difeso ogni giorno con tutte le armi che si hanno a
disposizione. Un giorno durante un mercatino del biologico nella
piazzetta di
Casalbertone sono arrivati un gruppo di fascisti che stavano appendendo
dei
manifesti in quartiere. Non ricordo come andò la storia ricordo solo le
lacrime di un uomo. Erano le lacrime di Zaccaria Verucci, un'ex
staffetta
partigiana. Un uomo capace di andare oltre quegli schemi prestabiliti di
cui ho
parlato e di vedere come ciò contro cui allora ha lottato esiste ancora e
in
forme non poi tanto diverse.
Lo stesso succede per quanto riguarda il nucleare. tutti si ricordano di
chernobyl ma lo vedono un fatto lontano, non si rendono conto delle
conseguenze
che esso ha prodotto. ricordiamo ma mostriamo anche quanto la catastrofe
di
Chernobyl non faccia parte solo del passato ma continui ancora come
emerge
chiaramente dai documentari di tanti giornalisti e in particolare della
grande
Marcella De Palma
Domenica
Donato
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