Sottoproletari
dell'immaginazione
"Un
trentennio di trivialità televisiva ci ha iniettato goccia a goccia, giorno
dopo giorno, nelle arterie cerebrali questi "valori": essere belli, ricchi e
famosi. L'ideologia da fitness e da casting del berlusconismo è alla base
dell'atteggiamento politico e culturale di buona parte degli italiani. Ho
sperato, tra la voglia di piangere e quella di vomitare , che la catastrofe
economica spazzasse via tutto, o perlomeno schiarisse alquanto le menti. Che
ingenua che sono: che cosa si può vendere a chi non può comprare niente?
Desideri, desideri e sogni. Sottoproletari dell'immaginazione, eccovi uniti nel
vostro grande partito immaginario."
Proprio
mentre leggo questo pensiero terribilmente colmo di Patrizia Valduga, dall'altra
parte la televisione manda in onda lo spot che invita (o intima) a pagare il
canone tv. Si sentono le note dal pianino di Donna Rosa, suonate da un sempiterno
Pippo Baudo (avrò avuto poco più di dieci anni quando la suonava a Settevoci) e
lui è ancora lì, a chiedere (come un'elemosina) di continuare a pagare il
canone (e anche lui), a strapagarlo (ma dove li metterà tanti soldi che in
questo mezzo secolo ha lucrato). Non conosce limiti né pudore, nonostante
l'età. Con i compensi plurimilionari dei Baudo, Ventura, Vespa, Bonolis
sanremese, Carrà e via via, si limiterebbe il costo sociale di una Finanziaria.
E noi,
"sottoproletari dell'immaginazione" sogniamo, sogniamo di assomigliarli, magari
nel vestire, nei modi, ma non li raggiungeremo mai. Né loro, né gli epigoni belli
ricchi e famosi. Sogniamo, ma ad occhi aperti, davanti a questa tv, come involontari
Alex (durante la cura) di "Arancia meccanica".
Armando Lostaglio
- CineClub V. De Sica - Cinit - Rionero in Vulture (Pz)
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