Un grande impegno a favore
dei più deboli: Save the Children e GSK in Africa al fianco dei bambini. RAFFAELE
PINTO
Nel solo 2011 sono morti in Africa 7 milioni di
bambini per mancanza di cure pediatriche di base, per mancanza di vaccini, per
mancanza di cibo e, forse, più di ogni altra cosa, per mancanza d'informazione.
Troppe comunità del grande continente, infatti,
ancora non riescono ad usufruire dei servizi minimi assistenziali, sia per
l'età pediatrica che per l'età adulta, e vivono, oggi, in tempi di smartphone
ed mp4, una condizione assimilabile a quella che vivevamo in occidente
nell'Ottocento (e nei paesi del Mediterraneo anche oltre).
Non c'è solo la malnutrizione a mietere vittime
innocenti: non che la piaga della fame sia scomparsa, no, ma ci sono altri
killers silenziosi che rubano alle loro mamme dei bambini piccoli e
piccolissimi che vorrebbero soltanto vivere e giocare.
Tra i dieci ed i sessanta bambini su cento (a
seconda delle zone), immediatamente dopo la nascita, muoiono per infezioni relative
al trattamento del cordone ombelicale; ma tanti bambini al di sotto dei cinque
anni vengono ancora uccisi dalla polmonite.
Save the
Children,
un'associazione internazionale benefica da anni in prima linea per difendere la
qualità della vita dei più piccoli abitanti del pianeta, quest'anno, ha avviato
una grande e speciale collaborazione.
Infatti, con la multinazionale farmaceutica GSK, ha
deciso di operare su tre linee d'intervento.
Innanzitutto sulla ricerca di medicinali a basso
costo che possano abbattere la mortalità sulle infezioni perinatali e sulla
polmonite.
Poi sulla diffusione del cellulare soprattutto
nelle comunità più isolate dell'Africa (in particolare alcune dell'Africa
Sub-sahariana, del Congo e del Kenya), per informare le mamme sulle migliori
pratiche di puericultura e sulla necessità dei vaccini.
Infine, sull'informazione (nei paesi in via di
sviluppo) e la parallela raccolta fondi (nei paesi ricchi occidentali) perché
si possa, nei prossimi cinque anni, raggiungere un obiettivo meraviglioso:
salvare la vita ad almeno un milione di bambini africani destinati a perderla.
Che questo si riesca a fare con ricerche sulla
clorexidina (per le infezioni ombelicali), o su antibiotici a basso costo (per
la polmonite) a noi gente della strada importa poco; così come se la raccolta
di fondi venga fatta attraverso sottoscrizioni pubbliche o concerti benefici,
non è importante.
Ciò che davvero conta è che questo progetto vada in
porto nel migliore dei modi possibili e che quel primo milione di bambini
salvati passi rapidamente a due, e poi a tre e a quattro, secondo la volontà di
Dio.
|