La
calligrafia ritornerà a scuola?
Purtroppo
a scuola, lentamente, anno dopo anno, l'insegnamento della calligrafia è stato
abbandonato. Si sono fatte strada due opinioni: la prima è che non si debbano
costringere i bambini ad eseguire faticosi esercizi che portano ad una
scrittura standardizzata, uniforme, con perdita di individualità; la seconda
opinione, che si sta facendo strada recentemente, è che lo scrivere oggi sia
inutile, in presenza di mezzi veloci e potenti e sempre più diffusi come i
computer.
Tuttavia,
si dimentica che la scrittura, per il suo compito di essere veicolo di
comunicazione, deve rispettare delle regole, dei canoni, non è invenzione,
libera espressione come il disegno, per esempio. E oggi ci accorgiamo dei danni
di tale tendenza, ci sono moltissimi bambini e ragazzi che hanno una scrittura
illeggibile: un gravissimo problema che si riversa sulle insegnanti e un danno
per loro stessi. I casi di disgrafia sono in aumento, per non parlare della
dislessia. I bambini con difficoltà di scrittura e di lettura possono trarre
beneficio da esercizi di scrittura mirati, ritornando a sperimentare
direttamente le forme, con le dita (tramite il tatto) o con il braccio o il
corpo intero (esplorando lo spazio).
A
queste due tendenze, che faranno emergere il problema in tutta la sua gravità
nei prossimi anni, si aggiunge un fatto reale che è l'impreparazione dei
formatori sotto il punto di vista grafico. Si pensa che scrivere una ‘o', un
cerchio con un trattino di uscita, in direzione antioraria piuttosto che oraria
sia la stessa cosa, invece l'effetto sulla leggibilità è tremendo. I maestri
della vecchia generazione sapevano bene insegnare a scrivere la lettera ‘o' in
senso antiorario! Tante abitudini si sono perse, tra cui la tenuta della penna,
la postura. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, maestri e genitori. Sono
molte le richieste di aiuto, ci sono bambini che fanno una fatica tremenda a
scrivere, che hanno una scrittura caotica (disordinata è un complimento), i cui
testi non si possono più leggere.
Pensiamo
davvero che i ragazzini possano sostituire la scrittura manuale con un qualche
sistema di digitazione di lettere? Potranno avere un computer a scuola per
scrivere i temi, o per riempire le caselline di test? Potranno prendere appunti
velocemente all'università usando una tastiera, per quanto comoda possa essere?
È possibile che dobbiamo affidare alla tecnologia la risoluzione dei nostri
problemi? La
nostra cultura è fondata sulla scrittura e ci sembra pericoloso
buttare via tutto, salvo pentircene quando si osserva che i casi di disgrafia
(o dislessia) sono in aumento.
"La scrittura contemporanea [invece] viene
ignorata, e resta un giocattolo nelle mani di pedagoghi che a loro arbitrio
mettono a repentaglio l'intera civiltà. Quest'ultima affermazione sembrerà
esagerata, ma cos'altro è la civiltà occidentale se non la comunità culturale
che si serve della scrittura? I pedagoghi si vantano di non infastidire i
bambini con un'introduzione alla scrittura, e così facendo minano alle fondamenta
la civiltà occidentale. Lo spaventoso aumento dell'analfabetismo comincia con
la negligenza della scrittura da parte della scuola." Ma perché è importante insegnare a scrivere? L'insegnamento
della scrittura è trasversale alle altre materie. L'aspetto della forma delle
lettere non può essere separato dai contenuti, e questi due aspetti formano un
tutt'uno con la personalità di chi scrive. Per questi motivi è una disciplina
fondamentale e formativa per i giovani.
Francesco
Ascoli, nel suo libro scritto a due mani con Giovanni de Faccio "Scrivere
meglio", Ed. Stampa Alternativa & Graffiti, 1998 dichiara: "Se comprendiamo
che lo scrivere è un'azione che combina una parte razionale e una irrazionale
di una persona, capiamo anche che l'acquisizione della capacità di scrivere ha
una notevole importanza sullo sviluppo dell'essere, non solo perché rappresenta
un grande mezzo di comunicazione che completa quello gestuale e verbale, ma
perché, in fase di apprendimento, incide sull'equilibrio della personalità.
L'addestramento alla scrittura è quindi un evento molto importante e se ben
condotto favorisce un'armonica evoluzione della persona".
Le
regole nella formazione delle lettere si riflettono nella successione di
queste, nel loro concatenamento per formare parole, gli elementi e le strutture
del nostro linguaggio. Scrivere non è disegnare. Il bambino deve
progressivamente fare questa conquista che è sia una conquista grafica che
linguistica. Le regole grafiche hanno il loro corrispondente nelle regole della
grammatica. Per essere in grado di scrivere il bambino deve gradualmente
sviluppare delle capacità visive/spaziali e manuali. Anche questo è un processo
di maturazione, nel quale il bambino deve essere guidato. Per scrivere servono
i movimenti fini della mano (non così facili per tanti bambini che usano poco
le loro mani) e un buon coordinamento motorio necessario per rendere facile e
automatizzata la propria scrittura.
Giuseppe
D'Ettorre
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