Basilicata coast to coast presentato con successo anche nelle
sale della regione di Armando Lostaglio
"Divergevano due strade in un bosco, e Io presi la meno battuta, / E di qui
tutta la differenza è venuta". Può racchiudersi in questo verso finale de "La
strada non presa" di Frost la sintesi estrema del film che Rocco Papaleo ha
girato (ed appena presentato) nella sua terra di origine. La meno battuta, la
strada che conduce da una costa all'altra della regione, dal Redentore che
sovrasta Maratea fino all'arenile jonico di Metaponto e Scanzano.
Un viaggio
di
quattro amici alla ricerca di se stessi, i cui sogni e passioni la
quotidianità
ha omologato, rattrappito come le ali del Gabbiano. La differenza sta
nella
sfida, nel ricollegarsi e mettere insieme una brama di evasione,
prendendo a
pretesto un festival musicale. E loro partono a piedi, con un cavallo
per
supporto: dieci giorni per raggiungere Scanzano Jonico partendo da
Maratea. Un
arco di strade meno battute (appunto), toccando luoghi aspri e poetici
ad un
tempo, gente buona e non chiusa, al ritmo di musiche coinvolgenti e
versi
ammiccanti, come la canzone sussurrata nel finale da Giovanna
Mezzogiorno.
Il
linguaggio del film è sospeso fra il musical e un realismo arcobaleno,
nel
quale c'è spazio per amicizie, introspezioni, amori e trasgressioni,
rapporti
familiari di contrasto, ed un impegno civile di rivalutazione di un
colorito territorio,
quello lucano, ricco di seduzione e di solitudini. Percorrere la strada a
piedi
per quell'elogio mai sopito della lentezza, caro a quelle comunità
ritenute di
confine come pure del silenzio. E in questo, il ruolo di Max Gazzé (fra i
più
indovinati della compagnia) rimanda al non detto, ad una antropologia
della
acquiescenza, del dolore quasi, con atteggiamenti (ben più lenti) che
rimandano
ad Harpo Marx, il muto dei mitici Fratelli.
Papaleo
omaggia nel film il
teatro-canzone, e forse il suo precursore, Giorgio Gaber e la sua
"Strada" quando
cantava "...C'è solo la strada su cui puoi contare/la
strada è l'unica salvezza/c'è solo la voglia e il bisogno di uscire/di
esporsi
nella strada e nella piazza..."
Basilicata coast to coast è anche una sfida (dai toni lievi) al realismo
on the road che vede ne "Lo spaventapasseri" di Jerry Schatzberg (Palma
d'oro
nel '73) un equivalente moderno e meno collocabile nello spazio e nel
tempo.
Eppure emerge, come in quel film americano, lo spirito del luogo, quello
meno
appariscente, la strada meno battuta (dicevamo all'inizio), per cui
rivedere
questo film (al di là dei suoi limiti che pure manifesta) una indubbia
ricchezza in quegli amici che fanno tenerezza, e una arcaica purezza
d'animo. Come
quella Lucania cara a Levi, cantata da Pierro e Scotellaro, studiata da
de
Martino e scoperta oltre duemila anni fa dai coloni greci, che misero a
dimora
un'anima silenziosa e coerente.
(CineClub
"V. De Sica" - Cinit)
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