Tursi – I Lucani e la parte di Basilicata visitata, hanno lasciato il segno nel cuore e nella creatività rigorosa e intensa della grande regista tedesca Margarethe von Trotta, che vuole girare parte di un film nei dintorni di Tursi, in particolare nella Basilica Santuario della Madonna d’Anglona. L’idea casuale è di giovedì 12 agosto, quando ha osservato, studiato e fotografato con calma il sito del culto mariano, con i lunari calanchi argillosi di colore grigio-giallognolo. Tra le più grandi del cinema mondiale, tra l’altro vincitrice del Leone d’Oro alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia del 1981 e del David di Donatello nel 1982 per la miglior regia straniera, con il capolavoro “Anni di piombo”, l’autrice berlinese, esperta di storia dell’arte, intende ritornare verso la fine del prossimo anno per girare alcune sequenze “del film biografico di una mistica, che nella Germania del XII secolo fondò un ordine monastico femminile”. Opera in fase di sceneggiatura, di ambientazione storica, dunque, sostanzialmente coeva del monumento religioso di chiaro stile romanico-normanno-bizantino, riccamente affrescato. Per alcuni giorni la signora von Trotta, che parla un ottimo italiano, ha voluto spiegazioni storiche, con qualche buon testo, si è informata sulle caratteristiche del luogo e sulle distanze, chiedendo se fosse possibile “senza eccessive lungaggini e difficoltà, spostare alcuni alberi e cespugli troppo a ridosso del magnifico abside”. Inoltre, sempre sorridente e disponibile, in forma privata e camminando molto, ha visitato le Tavole palatine e il Museo di Metaponto, la mostra fotografica su Visconti a Pisticci, la spiaggia e il paese di Nova Siri e Rocca Imperiale. Di ritorno dalla Rabatana, affascinata dal presepe in pietra e dagli affreschi nella chiesa di Santa Maria Maggiore, “molto simili a quelli della Cattedrale materana”, nella centrale piazza ha incrociato e “scritturato” il tursitano Salvatore Martire, “perfetto nella parte di un monaco, non cistercense”. Ma non va sottaciuto neppure l’altro desiderio della signora Von Trotta, stranamente senza destare clamore, pur essendo stato esplicitato in dettaglio davanti al numeroso pubblico. Quando ha detto di aver visitato la parte antica di Matera, accompagnata dall’amica Monica Maurer, impegnata documentarista, con il marito Sandro Casalino, giornalista di Radio Rai, e “di aver pensato alla regia di un’opera lirica, da realizzarsi interamente nei Sassi, con il coro di voci che si affaccia progressivamente dai ‘buchi’ delle case”. E per fugare eventuali dubbi, ha ricordato “di aver già fatto tale esperienza (con “Lulu” di Bergs a Stoccarda, ndr.), volendo farla ancora”. Proprio alla Gazzetta, che chiedeva di un possibile ritorno, aveva risposto affermativamente “se invitata”, e annunciato di “non escludere sorprese nel prossimo futuro”. Nel breve itinerario, non poteva mancare Valsinni e il fascino esterno del palazzo della poetessa Isabella Morra, con la sua triste storia e la meritata fortuna critica raccontate nei dettagli dal prof. Aldo Mario Zaccone, che ha incluso il riferimento al dramma teatrale di Dacia Maraini, amica della regista e cosceneggiatrice di “Paura e amore” (1988). Alla sua diretta e garbata esortazione di ricavarne un film, l’illustre ospite ha abbracciato il preside e sorridendo ha aggiunto: “nulla si può escludere”. Difficile pensare a tanto interessamento se la signora von Trotta non avesse partecipato a “CinemadaMare 2004”, invitata dal direttore Franco Rina, che l’ha fortemente voluta come ospite d’onore della seconda edizione della rassegna di Nova Siri, svoltasi dal 25 luglio al 15 agosto, e per la serata conclusiva di premiazione dei giovani autori. Il tempo potrebbe certo cambiare gli scenari progettuali e cinematografici, ma nulla può togliere ad una autentica dichiarazione d’amore per la nostra “heimat”, termine tedesco che non ha equivalente italiano, ma che indica: patria, terra d’origine, radici. Salvatore Verde
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