A MATERA IN CINEMADAMARE
PRIMA NAZIONALE DI "FARE L'ANIMA", ULTIMO
FILM DI MARCELLO TEDESCO
Matera
- Lunedì 14 luglio, nella tappa materana della rassegna internazionale CinemadaMare diretta da Franco Rina, presentazione
in prima nazionale del film documentario "Fare
l'Anima l'anoressia di Marta" di Marcello
Tedesco, con Marta D'Onorio.
Appuntamento in piazza Vittorio dalle ore 22.00. Un mediometraggio forte e
impegnativo del giovane regista bolognese ma originario di Sant'Arcangelo di
Potenza, per l'argomento che affronta (un caso di anoressia vinta dopo un
decennio di dolori e di isolamento sostanziale) e per la coraggiosa scelta tecnico-estetica
(tra documentario e fiction, aperto alla
insistita improvvisazione, con un linguaggio che, nella claustrofobica lentezza
esistenziale, sintetizza la miglior tradizione di tanto buon cinema anche televisivo),
oltre che per la formula produttiva (con un budget adeguato di una meritoria
associazione culturale). La resa visiva è forse antispettacolare, ma di indubbia
presa nella coscienza degli spettatori attenti e sensibili (la protagonista
interpreta se stessa e i luoghi delle riprese sono gli stessi della realtà del
vissuto). Attrice e regista sono amici di lunga data e questo dato offre al
docufilm toccanti spunti di senso di verità intima e profonda.
Salvatore Verde
Scheda
tecnica
- "Fare l'anima, l'anoressia di Marta"
un film ideato e diretto da Marcello
Tedesco (2008, colore, 43 minuti, documentario). Produzione: Associazione culturale Altro Presente
(Ufficio stampa:
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).
Interprete: Marta D'Onorio; direttore
della fotografia: Mariano Stato; musiche
originali: Simone Pirisi; montaggio:
Damiano Fontanabona; operatore: Marco Ricciardi. Formato di ripresa:
mini dv pro; schermo: 16:9. Sito web: www.altropresente.org
- Info: 338/5661021.
Sinossi - Marta, una ragazza
anoressica, torna a casa dei genitori dopo aver passato alcuni mesi in una
clinica all'estero. Questo ritorno alle "origini" costringe Marta a rievocare i
problemi che sono stati causa del suo malessere: il rapporto con i genitori, il
senso di isolamento dal resto degli uomini, le aspettative di affetto deluso e
altro ancora. Entrata nell'appartamento deserto, sente un messaggio alla segreteria
telefonica in cui il padre, l'avverte che, a causa di un incidente, lui e la
madre non potranno raggiungerla prima di qualche giorno. Ritrovare i fantasmi
da cui pensava di essere stata liberata indurrebbe Marta sulla soglia della
disperazione se non fosse per la capacità acquisita di riconsiderare il suo male, e in generale la sua vicenda
umana, in una prospettiva nuova, illuminata da un fuoco "scoperto" proprio
grazie alla malattia. La ferita così illuminata, e quindi resa visibile, si
carica di bellezza e di senso. Marta trascorre tre giorni, finché decide di
partire per andare a vivere all'estero con un ragazzo conosciuto proprio nella
casa di cura dove era stata ricoverata.
s.v.
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