Film commission e occasioni perse. L'attore
Domenico Fortunato ha scritto al Presidente De Filippo
Manca ancora
oggi la carezza lieve e profonda di un maestro del cinema, che racconti la
grande epopea del Popolo di Basilicata.
Caro
Presidente De Filippo,
Il Sole24 ore di domenica 28 marzo apriva il suo inserto culturale con un lungo e
magistrale articolo di Monsignor
Gianfranco Ravasi intitolato "Solitudine
da tradimento: l'esperienza della sofferenza, la paura della morte", il
senso di abbandono da parte degli amici sono i drammi che anche Cristo nell'orto
di Getsemani ha condiviso con l'intera umanità. Al centro della prima pagina
campeggia una bellissima foto di Enrique
Irazoqui, l'attore protagonista di "Vangelo secondo Matteo" di Pier PaoloPasolini, il primo grande capolavoro fra i film su Gesù girato a
Matera nel 1964.
L'articolo
di Monsignor Ravasi e la foto del Vangelo secondo
Matteo sono ispirazione ed un estratto di "Ecce
Homo" il titolo della mostra sull'immagine di Gesù nella storia del
cinema
allestita nel Museo del cinema di Torino fino al 6 giugno. In rassegna
foto,
locandine, libri, dischi e la proiezione di film su Gesù, da Pasolini a
Mel
Gibson. Il giorno prima di questo articolo, sabato 27 marzo, a Matera,
c'è
stato un convegno sul cinema nella città de Sassi, organizzato dai Lions
e
intitolato: "Da Lattuada a Rosi e Lizzani,
fino ai fratelli Taviani, da Pasolini a Mel Gibson". Un emozionante
intervento scritto del giornalista e storico materano Domenico
Notarangelo, amico di Pasolini e testimone diretto delle
riprese del "Vangelo" ha ripercorso i giorni di quel set nei Sassi, sul
Parco della Murgia materana e a Barile ed ha rivissuto il momento in cui
è
stata scattata davanti a lui da Pasolini la foto di Irazoqui/Gesu' nei
Sassi
che ha fatto il giro del mondo e ancora non si e' fermata, la stessa
immagine che
campeggia sul Sole 24 ore. Poi e' toccato al giornalista Salvatore
Verde parlare della Cristologia nella storia del cinema
con una lezione approfondita e puntuale. Ed infine Don Basilio
Gavazzeni, uomo di chiesa, di teologia e studioso del
cinema, ha narrato in un intervento travolgente del Cristo di Mel Gibson
e del
suo confronto fisico quotidiano con Mel, che ha ispirato il regista
australiano
e lo ha condotto spiritualmente nel percorso della Passione. Don
Gavazzeni ha riaffermato concordando con me,
che la bellezza del nostro paesaggio sta nel suo essere scabro, antico,
segnato, così come anche nella irregolarità e nella singolarità dei
nostri volti lucani vissuti, tagliati ed arsi dal sole La bellezza del
brutto. Soprattutto dice Gavazzeni: «Alla nostra Lucania e alla nostra
civiltà
contadina è mancato un maestro, un narratore che la accarezzasse, come
la sua campagna bergamasca di Palosco, Martinengo, Cividate al Piano,
Clusone,
Bergamo, hanno trovato la carezza di Ermanno
Olmi ne "L'albero degli zoccoli".
Manca ancora oggi la carezza lieve e profonda di un maestro del cinema,
che racconti la grande epopea del
popolo lucano nella sua vera essenza e nella sua dignità. Ancora non ci
sono
nel 2010 gli uomini, le scuole, le strutture, gli strumenti, manca
ancora la Film Commission e tutta la sua opera edificante per una terra
ricchissima di personaggi e fatti storici di rara identità.
Caro
Presidente De Filippo, non ho, come lei mi ha detto in un dibattito
pubblico pochi giorni fa, una visione ontologica della Film Commission.
Le
rispondo ora che Lei è più sereno e forte del successo della sua
riconferma alla
guida della Regione. Pensare agli strumenti che mancano alla Basilicata
per
condurla nel nuovo millennio e nel nuovo mondo, narrandola con la
letteratura e
attraverso immagini antiche e contemporanee con rigore, senza falsi
pudori,
senza falsi moralismi e soprattutto senza provincialismo,è quello che ci
manca veramente. Glielo dico da anni e glielo ripeto: la
Film Commssion è uno dei pochi strumenti utili, che non abbiamo per
disegnare
un progetto architettonico sapiente, forte e bello dell'immagine della
Basilicata in Italia e nel mondo. Le due cime della storia della
cinematografia
mondiale su Gesù, il "Vangelo secondo Matteo" e "La Passione di Cristo",
sono
state tutte due girate a Matera, e in Basilicata a Craco, Barile,
Genzano,
Castel Lagopesole. Oggi questi due capolavori si celebrano in tutto il
mondo e
a Torino alla presenza delle più alte autorità della chiesa, della
politica,
dell'industria, della finanza e del cinema internazionale e le
istituzioni
lucane a cominciare dal comune di Matera non sono presenti con alcun
tipo di
iniziativa o gemellaggio che servano a certificare agli occhi dei media
internazionali le unicità dei territori lucani e a promuoverli. Queste
sono
occasioni irripetibili Caro Presidente De Filippo. Le parlo con rispetto
e non le
faccio un appunto, perché so che lei non può pensare a tutto, ma è
necessario ripensare
la politica culturale e del turismo e delegare alle professionalità
competenti un
modo diverso da quello perseguito fino ad oggi, e addirittura
inesistente. Occorre
pensare alla Basilicata, alla sua storia, alle sue origini, alla sua
immagine con
altra considerazione, fierezza, immaginazione e creatività sposate alla
concretezza della realizzazione. Oggi più che mai è valido il motto che
sta
scritto all'entrata delle facoltà di magistero e cinema delle università
britanniche: "Tradizione, onore, disciplina, eccellenza". C'è tanta
Lucania da
raccontare per tenere incollati alle sedie milioni di persone in
Italia, in Europa ed oltreoceano. Per farlo è necessario pensare alle
nostre
origini, non rinnegarle, e narrarle secondo le regole del professionismo
in ogni campo. Si deve ripartire dalle nostre eccellenze in letteratura
per
esempio: chiedo scusa se non li cito tutti, ma basterebbero Raffaele
Nigro, Mariolina Venezia, Gaetano Cappelli,
Andrea Di Consoli, che mi restituiscono l'orgoglio d'essere
lucano. Il dilettantismo
di tantissimi altri nelle lettere, nelle arti, nei piccoli tentativi di
cinema
in Basilicata , negli ultimi anni non hanno portato alcun risultato. Per
questo
un anno fa ho aderito al progetto per la creazione della Film Commission
della
Camera di Commercio di Matera dopo un lungo dialogo con il Presidente
Tortorelli. Le belle storie e le grandi idee camminano
sulle gambe degliuomini che non rinnegano mai le proprie origini: i
realizzatori. La rinnovata
Camera di commercio di Matera, subito dopo l'insediamento, ha pensato
alla
realizzazione della Film Commission, memore del lavoro di chi scrive
negli ultimi dieci anni insieme al Parco della Murgia
materana, scenario irrinunciabile per i maestri del cinema, ed al comune
di
Matera. A Matera sono stati girati il 95% dei film girati in Basilicata
dal 1948 ad oggi. Per questo Matera e le sue istituzioni vivono come una
vocazione naturale la nascita della Film Commission, consapevoli delle
esperienze fatte con i grandi film girati negli ultimi anni, delle
ricadute economica e culturale positive per i numerosi imprenditori,
commercianti,
artisti, tecnici e maestranze.
Quando un
anno dopo l'uscita nelle sale della "Passione di Cristo" , dopo
la mancata occasione causata da una classe dirigente locale ignara di
cosa
avrebbe significato quel film nella storia del cinema e della
Basilicata, scrissi
da credente che "Cristo era tornato ad Eboli", pensavo che non mi
sarebbe capitato
più di pensare la stessa cosa. E invece è accaduto ancora una volta.
Qualcosa
però molto, molto lentamente si muove: Lei ha coprodotto "Basilicata
Coast to Coast"
l'opera prima di Rocco Papaleo, nostro caro e
stimatissimo amico. Lo ha
annunciato con fierezza. Lo avrei fatto anch'ioal suo posto. E' un primo
piccolissimo passo. Ma l'anno scorso nello stesso periodo c'erano cinque
set
aperti di alto livello. Non c'è stato coordinamento fra di essi, il
territorio e
le istituzioni per approfittare di un'altra occasione imperdibile: "Basilicata
Coast to Coast" con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro
Gassman,
Max Gazzè e Rocco Papaleo; il film di Sergio
Colabona sull'anarchico lucano Giovanni Passannante con Ulderico
Pesce e Alberto Gimignani;"Un
giorno nella vita" di Giuseppe Papasso
con Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Haber,
il sottoscritto, Ernesto Majeux, Pascal Zullino;
"Nessuno mai" di Sara Paolini,
con Francesca Antonelli, Luigi Maria Burruano, Remo Remotti;
"Hai
paura del buio" di Massimo Coppola
con Marcello Mazzarella, prodotto da
Nicola Giuliano (Il Divo, Gomorra, La
ragazza del lago,
Le conseguenze dell'amore...). Si
tratta per la prima volta di cinque giovani registi esordienti, di cui
quattro non
lucani, che scelgono la Basilicata per ambientare il loro primo film. È
l'ennesimo fenomeno spontaneo, che chi scrive aveva
previsto, proprio sulle colonne di questo giornale già 6 anni fa. Ma
nessuno ci
aveva fatto caso. Non uno degli altri quattro film , tutti finanziati
dal
Ministro della Cultura con l'ulteriore "Riconoscimento dell'Interesse
Culturale
Nazionale" dato dalla Commissione Ministeriale che porta questo nome, ha
ottenuto alcuna facility dalle istituzioni lucane. Auspico che tutti
questi
film che finalmente ritraggono la Basilicata di oggi, senza una carezza
per la
grande epopea lucana, e non la Palestina di duemila anni fa a cominciare
da "Basilicata
coast to coast" vivano un enorme successo, ma sappiamo
bene tutti che
non resteranno nei Secoli dei Secoli come "Vangelo
secondo Matteo" e "The Passion of Christ",
"King
David", "L'albero di Guernica", "Rocco
e i suoi Fratelli", "Cristo
si è fermato ad Eboli". Se penso a tutto quello che non è
accaduto e
che si poteva fare in Basilicata, mi viene in mente una frase tradotta
da Jorge
Luis Borges in "Storia dell'eternità" dal quinto libro delle Enneadi di
Plotino: «Nulla trascorre in un mondo, dove persistono tutte le
cose,tranquille, nella felicità della loro condizione».
Caro
Presidente De Filippo è giunto il tempo che la sua Passione per la
Basilicata lasci un segno indelebile. Ha cinque anni per farlo, non sono
pochi,
ma non sono molti per colmare un ritardo senza data. Ora ci faccia
essere
orgogliosi d'essere lucani. Auguri di Buona Pasqua e Buon lavoro.
Da
Il
Quotidiano della Basilicata, direttore Paride Leporace (04 aprile 2010)
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