Il bel documentario di Lostaglio: LA
STRADA MENO BATTUTA - A CAVALLO
SULLA VIA HERCULIA
2
settembre 2013. Al mitico Hotel Excelsior
del Lido di Venezia, nella sala tropicana Luce, si è tenuta la
presentazione del film di Armando Lostaglio « La Strada Meno Battuta: a
cavallo sulla via Herculia ».
Gli onori di casa li ha fatti Franco Rina,
Direttore di CinemadaMare, che ha introdotto l'incontro, con la pregevole sigla
dello spazio dell'Istituto Luce alla Mostra di Venezia. La relazione
introduttiva è stata tenuta dal Prof. Amerigo Restucci, Rettore della
Università IUAV di Venezia, il quale ha così esordito « sento tutti i rumori creativi che
provengono da questa regione (la Basilicata, ndr).Chi mi sta accanto (Armando
Lostaglio, ndr) ha curato questo documentario su una antica strada romana. I
lucani che nascono dalle popolazioni dei boschi, sono un po' ombrosi. Ne
dovettero fare le spese i greci del sesto secolo quando vi arrivarono forti di
una grande civiltà. Quando arrivarono i romani si resero conto che i lucani
sono sempre riottosi e tagliano la Basilicata con due strade, l'Appia ed una
strada trasversale. Che è densa di
messaggi e che ci spiega che questi messaggi antichi possono essere rivisitati.
Riprendendo la storia come storia attiva. Le suggestioni che ci da Lostaglio le
potremo vedere nel filmato. Io vivo qui ma le mie origini sono là ».
E'
stata poi la volta dell'autore del film, Armando Lostaglio, critico
cinematografico di vaglia, poeta, animatore di uno dei circoli di cinema più
prestigiosi di Italia e della Basilicata, intitolato al Maestro Vittorio De
Sica, filmaker, il quale ha così argomentato : « ringrazio tutti gli intervenuti.
Abbiamo messo su un cineclub, attività nelle scuole e nelle carceri. I colleghi
della stampa che ci seguono sempre come nella Film Commission Lucania. Saluto
la presenza di Gianni Gaspari del tg2, che ci aiuta. E di Antonio Zeccola che
ha tradotto in maniera mastodontica in Australia la distribuzione dei cinema
italiano. Gli amici Catello ed Ettore che con le sue battute rapide mi illumina
di cinema.
Questo film è una cavalcata di 350 km. La strada è del 300,
e solo per 100 anni è stata battuta col suo nome. Spero piaccia anche a voi".
Dopo la visione del bel film (si veda la separata recensione su questa stessa
testata giornalistica), è intervenuto Paride Leporace, Direttore della Lucania
Film Commission : « Armando è qui da anni non per caso. Nella vita la
cultura ed il cinema contano moltissimo. Ed ha dato tanto alla nostra terra.
Dobbiamo unire moto queste magnifiche ossessioni. Ero stato invitato dalla
produzione ma non sono riuscito ad essere sul set. Un set complicato. Questo
film è molto utile. Non solo per divulgazione didattica. Ma anche di promozione
del nostro territorio. Potrebbe essere una via particolare per il turismo
lucano. Ed adesso è anche legata al cinema.
Potremo utilizzare questa opera di
Armando per arricchire chi non conosce la Basilicata. C'è il team dei cavalli e
dei cavalieri nel cinema e nella nostra regione. Da noi se ne continuano a
vedere molti. C'erano paesini da noi con 1200 asini e 700 cavalli. Quando
Borges descrive delle pagine sui gauchos richiama i popoli con i cavalli, come
i mongoli che conquistarono Roma, ma non erano in grado di conquistare le
grandi civiltà. Stasera daremo grazie ad Armando una finestra al cinema e
brinderemo ad aglianico ai 70 anni della Mostra, stasera si aprirà la
programmazione lucana della piazzetta Sant'Antonio. Domani presentiamo la
proposta di Matera capitale 2019, con una testimonianza di Mariolina Venezia.
Ed il giorno 4 settembre giocheremo la nostra carta più importante. Con la
nostra piccola Film Commission che mette due milioni di euro a disposizione del
cinema Lucano e del cinema Italiano.
Davide Rossi, Direttore del Centro Studi Anna Seghers di Milano, ha così
dato il suo contributo : « partecipo sempre volentieri a queste occasioni.
Sono stato anche a celebrare l'opera prima di Armando. A Locarno i due film più
belli in concorso erano documentari. Dobbiamo riconoscere ad Armando, il più
vecchio lucano del festival di Venezia il merito di portare in Lucania il
cinema del mondo e anche il legame meraviglioso con la sua terra ed è convinto
che sia necessario portare le immagini della sua terra nel mondo. Questi sono
due meriti grandi che gli dobbiamo riconoscere. La relazione con l'ambiente ed
il territorio si chiama fuori da logiche produttiviste ed economiciste.
Il
recupero del territorio si vede nel più grande intellettuale europeo che era
Federico II : la consapevolezza che l'universo era regolato dai numeri
primi deriva dai castelli meridionali. E questo emerge con un prepotenza non
arrogante, ma vitale. Questa è un'opera cinematograficamente più grande
rispetto alla prima. Il secondo grande impegno di Armando di far conoscere la
Basilicata nel mondo è sincero, libero, volontario. Il Cinecircolo De Sica è
strepitoso. A Barile siamo riusciti a presentare il film del più grande regista
albanese, in lingua albanese senza sottotitoli. Il cinema albanese degli anni
'60 e '70 era l'unico cinema straniero che si poteva vedere nella Repubblica
Popolare Cinese ed è il cinema sul quale si sono formati i grandi registi
cinesi. Nei titoli di coda di Zoran si cita Tito, che quando incontra Nenni
avevano entrambi i capelli bianchi e dissero che i rivoluzionari non
invecchiano mai ! ».
Lostaglio :
« l'idea è nata con questi splendidi "matti" a cavallo, da una produzione
televisiva Family Life di Atella, alla quale molti lavori sono commissionati
anche dalla Provincia di Venezia. Ha dei bravi tecnici, per le riprese. Come il
montatore, Davide Arcieri, che ha montato il film. La produzione è indipendente
ed auto-finanziata, con un minimo di contributo della Provincia e di Coca Cola.
E ci hanno incoraggiato ad andare avanti. 30 ore di girato, sintetizzato in
appena mezz'ora. Ma ne nasceranno delle puntate televisive. Un gioco con la
volontà di sviluppare il nostro grande territorio e portarlo nel mondo.
Restucci : « Ho conosciuto Armando negli ultimi anni. Avrei voluto
conoscerlo prima. I rumori che introduce sono molteplici. E' un personaggio che
sa animare la sua comunità. E cerca di esportare questa capacità e creatività.
Avevo promesso di andarlo a trovare a Rionero. E una regione che permette di
capire cosa è la propria identità. Il prete non ha sottaciuto la emozione di
benedire i cavalli-. In Basilicata si andava a comprare i cavalli che si
portavano a Venezia via nave, tramite la Cavallerizza che sta in Puglia. I
lucani sono sempre molto fantasiosi. Ma attirano la nostalgia. La Basilicata
viene scoperta nel dopogierra nel « Cristo si è fermato ad Eboli ».
Scoprendo l'arretratezza. Ma Cristo non è nato a Torino come Carlo Levi, ma in
Palestina. La strada viene stimolata dalle poesie di Orazio che non sapeva se
vedersi come lucano oppure di altra regione. Forse è partecipe della creazione
di questa strada che taglia la regione in due. Il percorso di Santiago da
Compostela, fatto a piedi, senza cavallo, si potrebbe creare come percorso di
visita anche in questa regione.
Nel 1789 un gruppo di illuministi francesi fa
un viaggio in Basilicata e porta con lui una serie di pittori ed incisori. Sono
colpiti dalla umanità delle persone. E un documentario visivo ante-litteram.
Molte delle suggestioni visive scoprivano le tracce di Federico II. Che fa
scrivere da Pier Delle Vigne la prima costituzione dell'epoca moderna. Tracce
di una storia antica. Quando racconto queste storie, trovo sempre qualcuno in sala
che si alza e mi dice : anche io sono lucano. Mi è capitato anche negli
USA. A New York. Era un immigrato di antica data. L'approdo veneziano è un
approdo nobile. Senza soggezione, ma con protagonismo. Occorre attrarre e
spiegare che venendo in Basilicata si è accolti da gente accogliente e da buon
cibo. Con messaggi antichi. La prima forma di democrazia è la Atene di Pericle
del 400 avanti Cristo. E la Basilicata è stata approdo di greci. Armando è il
messaggero alato, il mercurio lucano che ci porta queste emozioni.
Antonio Zeccola : « Sarà
interessante per tutti i lucani della Australia, sarà un onore per me
trasmettere questo documentario ». Catello Masullo : «Grazie di
questa interruzione nel turbinio della Mostra, con questo elogio della
lentezza. E' anche bello che nei commenti del film, in cui si riconosce
l'Armando poeta, si dica che il viaggio si debba sempre ricominciare. E Armando
lo ricomincia sempre, ogni anno, mettendo il « saio » e venendo in
« pellegrinaggio » a Venezia. Mi sembra che con questo western
archeologico Armando sia proprio riuscito ad annodare una stella all'aratro,
come dice il bel detto africano sublimemente posto ad esergo del film ».
Rossi : Credo che la Basilicata ha ricchezza di prodotti, di storia e di
cultura. Vi state impegnando sulla figura di Gesualdo Da Venosa ed è
importante. Dovete far capire che in Basilicata si possono fare film di ogni
tipo.
Da quanto tempo non si fa un film italiano sui Federico II ? Si
potrebbe fare un concorso per ragazzi innamorati di cinema per scrivere un
soggetto su Federico II. Ad esempio anche film girati con il cellulare da un
minuto. Ci sono grandi intelligenze e grandi energie per dare il desiderio di
portare ancora avanti queste cose ». Massimo Rosin, critico :
« questa regione è tra le meno conosciute di Italia e poco abitata con
meno di 600.000 persone. A Milano siamo in 2 milioni. Non posso far altro che
ringraziare Armando per le bellissime immagini che ci ha presentato. »
Vito Leone di Bella film festival : « quando parliamo di Basilicata,
parliamo di una regione poco conosciuta.I grandi registi, da Pasolini a Rosi,
hanno girato in Basilicata senza Film Commission. Questa regione si sta
spopolando. Quando abitavo a Bologna e dicevo che ero lucano, mi confondevano
sempre con i pugliesi, i calabresi ed i campani ». Le conclusioni
dell'interessante incontro culturale non potevano che essere tratte dal Prof.
Restucci : « c'è ancora il mistero del palazzo ottagonale di Federico
II. Il numero 8 torna. Anche ne « Il nome della rosa ». Il figliolo
infelice di Federico II viene trasferito lontano dai luoghi del potere, vive un
esilio dorato a Bologna ed ha la nostalgia della Lucania. Diventiamo anche noi
messaggeri di una regione e facciamola conoscere. Usando questo documentario
come cavallo di Troia ! ».
La
via Herculea (detta anche Herculia o Erculea) è un'antica strada romana che
collegava il Sannio alla Lucania. Realizzata alla fine del III secolo per
volere di Diocleziano, deve il suo nome a Massimiano Erculio, cesare ed augusto
durante la Tetrarchia, il quale ne curò il completamento. L'arteria si staccava
dalla via Traiana nel Sannio meridionale all'altezza della città di Aequum
Tuticum, per procedere in direzione sud, verso il cuore della Lucania. Qui
toccava i centri di Venusia, dove incrociava la via Appia, Potentia e
Grumentum. Ad oggi l'andamento dell'intero tracciato non è stato ancora del
tutto svelato.
In particolare gli studiosi sono particolarmente incerti sulla
direzione presa dalla strada dopo Grumentum. L'ipotesi più condivisa, già a
partire da indagini dell'Ottocento, vedrebbe la via Herculia proseguire verso
sud, passando per la stazione di Semuncla, fino alla città di Nerulum, nelle
cui vicinanze sarebbe confluita nella Via Popilia, Capua-Rhegium. Altri
studiosi, invece, credono che, arrivata a Grumentum, l'arteria volgesse ad est
in direzione di Heraclea sulle sponde del Mar Ionio. Indipendentemente da ciò,
viene considerata la strada di maggiore importanza che percorreva la Lucania in
epoca romana visto il diretto collegamento con le vie consolari Appia e
Traiana.
Scheda
di valutazione del film a cura di Catello Masullo (settembre 20133).
Titolo:
La Strada Meno Battuta - A Cavallo Sulla Via Herculia.
Regia
e sceneggiatura: Armando Lostaglio.
Interpreti
principali: I Cavalieri.
Produzione:
Family Life Tv.
Origine:
Italia.
Distribuzione:
Durata:
27'.
Soggetto:
Documentario
70-esima
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2013.
Alcuni
cavalieri dei nostri tempi ripercorrono la antica via Herculia, costruita dagli
antichi romani e che divideva in due la Lucania, con tracciato da nord a sud,
collegandola con il Sannio... Anche se non
nella selezione ufficiale, nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia, allo
spazio Luce dell'Hotel Excelsior, è stata presentata l'opera seconda di
Lostaglio. Filmaker, critico cinematografico di vaglia, poeta, operatore
cultuale, animatore di uno dei circoli di cinema più prestigiosi di Italia e
della Basilicata, intitolato al Maestro Vittorio De Sica. Nato da una idea di Gerardo
Graziano, Salvatore Summa e dello stesso Lostaglio, il film è stato scritto per
lo schermo e diretto da quest'ultimo. Ci racconta l'avventura di alcuni
temerari che hanno voluto percorrere a cavallo un tragitto di oltre 350 km, sulle vestigia della
antica via Herculia.
Un cammino ricco di memorie, di storia, di cultura, di
tradizioni. Che svela allo spettatore, anche grazie al contributo di alto
valore scientifico dello studioso Stefano Del Luongo, scorci inesplorati di
questo territorio ubertoso di natura, di risorse e di genti laboriose ed
accoglienti. E che fa venire la voglia immediata di andarli a scoprire. Il film
scorre via fluido, grazie anche al sapiente montaggio di Davide Arcieri, del
Videolab di Potenza. Con un commento appropriato, denso di citazioni colte e di
slanci pregevoli, dove emerge l'Lostaglio poeta. Con momenti toccanti, come la
benedizione della spedizione da parte di un sacerdote, che bacia ad uno ad uno
i protagonisti coraggiosi, ma, significativamente, solo dopo aver baciato i
rispettivi cavalli. Un western archeologico. Un documento di eccezionale
valore. Che potrà aiutare ad esportare nel mondo la conoscenza di questa bella, e poco
conosciuta terra.
FRASI
DAL CINEMA : "Siate persone capaci di annodare una stella ad un aratro!".
(detto africano, posto ad esergo iniziale del film.
"la
strada è stata usata solo 100 anni, poi successivamente solo percorsa!".
(l'archeologo Stefano Del Luongo).
"Non
è necessario volare fino al sole, è sufficiente strisciare sulla terra!". (Citazione
da Franz Kafka, da una lettera al padre)
"Dobbiamo
imparare dagli animali, che sanno scegliere i percorsi migliori!".
(l'archeologo Stefano Del Luongo).
"Bisogna
ricominciare il viaggio, sempre!". (Commento fuori campo).
VALUTAZIONE
SINTETICA (in decimi) 7
Leggenda: CAPOLAVORO,
quattro stelle: equivalente in decimi:
10; DA
NON PERDERE, tre stelle: 8; DISCRETO,
due stelle: 6; A
EVITARE, una stella: equivalente a insufficiente, meno di 6.
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