Il caratterista basilisco del Cinema Scaturchio di Antonio Petrocelli presentato a Torino alla Fiera del Libro
La letteratura lucana coprotagonista alla
Fiera del Libro in svolgimento a Torino. Non soltanto attraverso celebrati
autori contemporanei, come Mariolina Venezia, Gaetano Cappelli, Mimmo
Sammartino e Andrea Di Consoli, scrittori e giornalisti di prim'ordine,
considerati dalla critica e con il favore del pubblico nazionale. Nel
prestigioso appuntamento torinese, accanto a loro c'è anche Antonio
Petrocelli, dal 1976 attore professionista di cinema, teatro e televisione, e scrittore al secondo romanzo con Il caratterista
basilisco del Cinema Scaturchio
(fresco di stampa per le edizioni Hacca, 320 pagine, 14 euro, a giorni
nelle librerie).
Il libro
dall'intrigante titolo (rimanda a un cinematografo di
Napoli, da lui frequentato da giovane), è stato presentato dall'autore
al pubblico (sabato 15 maggio,
alle ore 21,30, in piazza Vittorio Veneto n. 5) presso il Caffè Elena,
già
storicamente noto per l'assiduità di Cesare Pavese. Una piacevole
conferma del
valore, che non sorprende più di tanto, quella del cinquantaseienne
Petrocelli,
lucano di Montalbano Jonico (dove è nato nel 1953, ma da
decenni trapiantato a San Casciano Val di Pesa, nel cuore del Chianti in
provincia
di Firenze), soprattutto dopo il brillante esordio del 2001, con
Volantini ora tocca
a me partire...
(CalicEditori, Rionero In Vulture, pp. 184, 10,85 euro), definito un
romanzo di
formazione da Adriano Sofri nella sua prefazione.
Dopo anni
di gestazione e di attesa, per le chiare e rintracciabili
vicende professionali, seppure trasfigurate da una scrittura allusiva e
raffinata, l'autore racconta con rara sincerità, acuta intelligenza e
sottile
ironia oltre un trentennio di esperienza diretta nel cinema italiano,
riuscendo con cento pensieri a ordinare
creativamente autobiografia, memorialistica, aneddotica e sensibile
riflessione
intima sulla propria arte di prolifico e versatile caratterista (nel
gioco
letterario questo avviene mentre aspetta di andare in scena da
protagonista, a
teatro).
Laureato
in Lettere, indirizzo storico, con una tesi sulle "Lotte per la terra e
l'imponibile di
manodopera nel Metapontino 1943/1953", Petrocelli ha vinto nel 1997 il
Premio
Solinas sezione Racconto cinematografico con il soggetto "All'alba il
pane
bianco", scritto con Franco Girardet, ed è autore e interprete di testi
teatrali (citiamo "Tropico di Matera", "Puzza di Basilico"), oltre che
di innervate
letture della poesia futurista, dei surrealisti spagnoli (tradotti
da Vittorio Bodini)
e grande cantore del poeta lucano Albino Pierro. Tra rigore e impegno, e
senza mai
cedere alle facilonerie, ha lavorato in una
cinquantina di film con i più grandi registi italiani, come Marco
Bellocchio,
Giuseppe Bertolucci,
Mimmo Calopresti, Guido Chiesa, Daniele Luchetti, Carlo Mazzacurati,
Enzo Monteleone, Nanni
Moretti, Francesco Nuti.
Ma la notorietà arriva con le recenti serie televisive Il mammo
e I Cesaroni.
Salvatore
Verde
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