Tursi - La città di Pierro sarà presto una seconda patria
per il grande cineasta russo Artur
Aristakisyan? Sembrerebbe di si. Il geniale quarantenne, nato a Kishinev, in
Moldavia, autore di due film pluripremiati dalla critica mondiale, "Palms"
("Hands", 1993, 140 min.) e "Place on earth" ("Mesto na Zemie", 2001, 125'), ma forse poco noto al
grande pubblico, è in Basilicata (un ritorno, dal 2005) su invito del
talentuoso Antonello Faretta, direttore del Potenza Film Festival, per dirigere
"Verità e Bellezza", il primo workshop internazionale teorico pratico di alta
formazione per dieci filmmakers. Svoltosi dal primo al nove febbraio, l'evento
è stato organizzato dall'associazione Potenza International Film Festival e il
Noeltan Film Studio con il supporto del Comune capoluogo e nell'ambito
dell'Atelier del cinema di Potenza. In una pausa formativa, il maestro
Aristakisyan ha visitato Tursi giovedì 7 febbraio. Fisico asciutto, folta e
lunga chioma fluente, quasi una riconoscibile icona irrequieta, lo straordinario
e intrigante ospite, curioso e meditativo, divertito e disponibile, è arrivato
di buon'ora in auto nella centrale piazza, assieme alla moglie Lena Golovina,
giornalista, e in compagnia di Faretta (nel 2005, in Rabatana, il regista
potentino ha realizzato "Nine Poems in Basilicata un poetry film con John
Giorno", l'apprezzato film di poesia). Con loro l'interprete Antonio Vladimiro
Marino, autore di cortometraggi, che fa la spola tra Napoli e Mosca, e il
tecnico Salvatore Laurenzana, che ha video-documentato in digitale la magnifica
giornata. Ad attenderli Salvatore Verde, regista e giornalista pubblicista, per
loro amichevole guida.
"Tra suggestioni e stimoli fecondi, porterò con me le tante
emozioni di questo fantastico viaggio nella terra e nella memoria di Tursi, luogo
di grande fascinazione archetipica, contadina e interculturale, con la
meravigliosa Rabatana, luogo e paesaggio trai più belli e caratteristici del
mondo, per me indimenticabile, e con questa scuola dell'infanzia atipica, già
dalla presenza del maestro, una vera fortuna per i bambini. Diverse cose di
oggi faranno parte del mio prossimo film". È la sintesi di una giornata
intensa, con parole importanti di Aristakisyan, che ha lasciato il segno del
suo passaggio, con provocatorie iperboli concettuali e gesti di sconfinata
tenerezza, sempre mischiando realtà e fantasia, come usa nei suoi film che
trasgrediscono i generi cinematografici, tra documentario e fiction narrativa. Una
escursione come ricerca di tracce primigenie di una umanità perduta, tra
ambienti e paesaggi osservati con meticolosità d'artista inconfondibile colpito
interiormente. La Rabatana?
"Un gioiello tra i più belli al mondo, da tutelare come patrimonio
dell'umanità. Ma alcuni interventi di recupero sono scioccanti: i proprietari
sono dei barbari, non si violenta così l'antico centro. E la zona bassa dei
nuovi quartieri di Tursi è orrenda, andrebbe rasa al suolo. Non abiterei mai
laggiù. Ma perché non ritornano a vivere nel centro storico?". Nella chiesa di
Santa Maria Maggiore sembra placarsi, a tratti emozionantissimo; quindi in
piazza Plebiscito e nella vicina scuola dell'Infanzia "C. Ayr", dove insegna Verde,
che gli ha fatto gradito omaggio del dvd del suo notevole lungometraggio "Modo
armonico semplice - L'asilo di un Maestro", realizzato proprio lì con i piccoli
alunni. Uscendo sibila: "Dopo essere stato con i bambini ho una terribile
voglia di finirla, se penso a quello che siamo diventati da adulti, per tutto
ciò che abbiamo perso e distrutto". Usa anche parole forti, provocatorie,
paradossali ma limpide, coerenti con il suo cinema essenziale e
anti-tecnologico.
Prima del rientro, un gustoso assaggio eno-gastronomico
presso il ristorante "L'Incontro" di Rocco Tarulli, con l'ospitalità offerta
dalla rivista "Tursitani". Che non siano state frasi di circostanza quelle
benevoli, lo si intuisce dalla volontà di Aristakisyan di acquistare una
vecchia casa nell'antico quartiere della Rabatana. "Ritornerò questa estate,
anche per formalizzare il contratto. E se lo faccio, in Russia devo studiare
l'italiano e qui imparare il dialetto di Pierro". Che sia l'inizio per Tursi di
una nuova avventura, con i maestri del cinema?
Leandro Verde
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