Incontro con il regista Alessandro Valori: il prossimo film e un ricordo di Pietro Taricone
Tursi - "Ritorno volentieri a Tursi in vacanza con la famiglia, non soltanto d'estate.
Un paese che ha un panorama tra i più suggestivi dell'intera regione, che pure
è assai bella". Parole del quarantacinquenne Alessandro Valori, regista e sceneggiatore tra i più interessanti
del nuovo cinema italiano. Dal 1994 ha diretto diversi cortometraggi,
documentari e numerosi videoclip musicali.
Ultima regia (e sceneggiatura)
nel lungometraggio è del 2008 "Chi
Nasce Tondo...", con Valerio Mastrandrea. Valori ha esordito nel lungo con
il notevole "Radio West" (2003), dall'esperienza di una radio multilingue installata e gestita dai
militari italiani in Kosovo. Un
film sulla guerra che parla di pace, sull'umanità dei soldati, lontani dagli
eroismi hollywoodiani. Inevitabile un suo ricordo di Pietro Traicone (Frosinone,
04/02/1975 - Terni, 29/6/2010), che ha omaggiato con il corto ‘Uno
di Bovino', presentato al Bovino Independent Short Film Festival, tenutosi il 21 agosto a Bovino (FG)".
Festival che ha fondato lo scorso anno con Francesco
Colangelo, suo abituale sceneggiatore, con il quale dirigerà "Cinema Albero", un
adattamento cinematografico del romanzo omonimo del famoso scrittore
colombiano Efraim Medina Reyes. "Si racconterà la vita di un uomo alla ricerca della
figura del padre. In questo percorso di adolescenziale mitizzazione e poi di
adulta distruzione dell'uomo che lo ha abbandonato da ragazzino, scoprirà
inaspettatamente la forza e l'altezza della figura materna, unica vera e
costante presenza reale e positiva nella sua vita".
In "Radio
West", Taricone interpretava il soldato Rizzo, nel suo primo ruolo da
coprotagonista. "Per circa due mesi abbiamo effettuato le riprese nel vicino Parco
nazionale del Cilento e a Vallo di Diano in Campania. Parecchie comparse erano
albanesi pendolari da Tursi", prosegue Valori. "Certo il personaggio, che lui
arricchì molto, era calzante per le sue innegabili doti. Confido che in varie
occasioni mi ha molto impressionato ed emozionato. Era un attore istintivo. Poi
ha studiato e si è perfezionato. Un set è sempre un pezzo di vita, intensa. Lì
si innamorò della bellissima
attrice polacca, Kasia Smutniak, fino
a sposarsi, avendo poi una bimba.
La
fatale parabola di Pietro mi rinforza il convincimento che l'Italia sia ormai
il paese delle grandi speranze e delle rare occasioni. Tutti possono e devono
sperare di farcela, di diventare qualcuno, di arricchirsi, ma pochissimi ci
riusciranno davvero. Pur non vincendo la prima edizione del "Grande fratello",
Pietro aveva concretizzato il suo sogno artistico-professionale e di uomo, con
la tenacia e voglia di fare". E anche di sapersi gestire, aggiungiamo. "Sotto l'apparenza, però, lui era una persona speciale,
umile, sensibile, anche molto consapevole, solo in apparenza un ingenuo. Si,
avevo scoperto un talento".
Salvatore Verde
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