INTERVISTA A TONY SPERANDEO: "CATTIVO" ASSAI BUONO
Tra
i più capaci caratteristi del cinema italiano, con una lunga e qualificata
carriera sviluppatasi nel cinema e in televisione, Tony Sperandeo, 55 anni, è
oggi una riconoscibile icona della "sicilianità" filmica dell'ultimo quarto di
secolo (sono quasi una cinquantina i lungometraggi e una ventina le serie e i film televisivi).
Dotato di grande espressività, istinto e
temperamento, l'attore palermitano ha
debuttato nel 1983 in Kaos dei
fratelli Paolo e VittorioTaviani, lavorando poi assiduamente con Marco Risi e Carlo Vanzina, oltre che, tra gli altri, con Roberto Benigni, Giuseppe Tornatore,
Damiano Damiani, Giovanna Gagliardo, Emidio Greco, Aurelio Grimaldi,
Marco Modugno, Ricky Tognazzi, Giuseppe Ferrara, Carlo Mazzacurati, Vittorio De
Sisti, Maurizio Sciarra, Alberto Sironi, Stefano Incerti, Beppe Cino; per
il piccolo schermo con Florestano
Vancini ("La piovra 2"), Gianfranco Abano e Felice Farina, Luigi
Perelli, Nanni Loy, Vitorio Nevano, Giacomo Battiato, Vincenzo Verdecchi,
Danilo Massi, Renato De Maria, Riccardo
Milani, Enrico Oldoini, Claudio Fragasso, Michele Soavi, Gianni Lepre e più
volte con Claudio Bonivento.
In
Basilicata per la prima volta, in compagnia del suo grande amico attore Luigi Maria Burruano, siciliano
anch'egli, è impegnato nel film "Pochi giorni per capire" del giovane
regista lucano Carlo Fusco (che lo aveva già diretto lo scorso anno nel precedente
lungometraggio Prigioniero di un segreto , attualmente in post-produzione e di
prossima uscita). Con l'amico Luciano
Virgallito (autore delle allegate fotografie), ho incontrato il talentuoso
attore di Palermo la prima volta giovedì
19 marzo, nella reception dell'Hotel Mango di Francavilla sul Sinni, dove
alloggia la troupe. Per sua una indisponibilità, siamo ritornati sabato (il
freddo era sempre pungente e il circondario innevato). Vestito di scuro, che gli dona, Sperandeo era
al centro del gruppo che comprendeva il giovane produttore Adriano Pecchia con gli attori Gabriele
Reale e Giampiero Siddartha.
Un ritorno nella nostra
regione?
Veramente
è per me la prima volta in Basilicata.
Ma lei ha lavorato in due
film importanti girati in Lucania: Il
sole anche di notte dei fratelli
Taviani e L'uomo delle stelle di
Giuseppe Tornatore.
Già,
è vero, purtroppo nelle due opere citate le mie scene erano altrove. La vostra è una
regione che non conoscevo, a parte il transito fugace per alcuni spostamenti. Essere qui, sia pure per
lavoro, perciò avendo poco tempo a disposizione, è stata una gradita sorpresa.
Paesaggi stupendi, accoglienza calda e mangiare ottimo. In verità ci verrò in
vacanza, perché è così poco conosciuta, bella, misteriosa e insolita, che
invoglia a ritornarci.
L'esperienza di vita aiuta
un interprete nella sua arte, ma
recitare aiuta a vivere
Concordo.
Fare l'attore è un mestiere, ma tutta la vita è un palcoscenico, una ragnatela
di rapporti, relazioni e reazioni. Però, ho il rammarico di non aver studiato,
anche perché mio padre è morto che avevo solo 16 anni, e tuttavia non mi sono
perso. Il cinema è servito anche a questo.
Tra i tanti film che ha
girato, a parte "I cento passi" di Giordana, per quale è stato premiato con il
David di Donatello (interpretava
il boss mafioso Tano Badalamenti, ritenuto il possibile mandante dell'uccisione di Peppino Impastato,
ndr),
qual'è quello che ricorda con particolare affetto.
Quello
che ancora dovrò realizzare.
Con quale nuovo regista
italiano le piacerebbe lavorare?
I
geniali autori e registi di una volta non ci sono più. Mario Monicelli è
l'unico che sopravvive tra i grandi della commedia all'italiana. Nelle nuove
generazioni ci sono alcuni interessanti e bravi, ma la mia stima va a Marco
Tullio Giordana, il quale, da milanese, è riuscito fare un film tipicamente
siciliano e in modo perfetto. Anzi, mi faccia aggiungere una cosa, tra i meriti
non secondari del suo splendido film: è triste pensare che un giovane bravo e
coraggioso come P. Impastato sia stato subito dimenticato e poi ricordato solo
grazie a una pellicola.
Come vede il cinema
italiano?
Il
cinema è in declino, tra gigantismo, effetti speciali e tecnicismo esasperato.
Quello italiano è sicuramente in affanno grave;
si fanno pochissimi film e manca una ordinaria produzione di livello,
anche di slancio indipendente. Perciò approvo e sostengo piccole produzioni
come queste, perché ritengo facciano bene, per la novità e freschezza e anche
per il ricambio generazionale che favoriscono.
E la situazione politica
italiana?
Preferirei
la domanda di riserva, però non mi sottraggo. Sta peggiorando moltissimo e non
vedo sbocchi alternativi, tant'è che ormai non vado più neppure a votare.
Specializzato in certi
ruoli, non corre il rischio di una limitazione delle sue enormi potenzialità
attoriali, considerando che lei è anche un bravo cabarettista e cantante?
E presentatore. Tutte cose che mi danno
soddisfazione. Certo, nel passato le proposte maggiori sono state incanalate in
una direzione e tutto ti spingeva nella stessa rassicurante ripetitività, però è anche un questione di faccia e di
credibilità del ruolo. Il mio volto ha
questi tratti caratteristici duri, austeri a volte cattivi, inoltre, vengo
dalla strada e l'accento è marcato. Confesso però, sarà forse l'età, che non accetterei mai tutte le parti, in
questo caso fare il pedofilo è davvero pesante, perciò ho scelto il personaggio
del prete (che interpreto per la terza volta, dopo "Nel continente nero" di Marco Risi e "Una moglie bellissima" di
Leonardo Pieraccioni).
Scontata la differenza tra
grandi e medio-piccole produzioni, ritengo che un attore del suo livello scelga
i copioni sulla base della qualità insita nel progetto.
Non
faccio differenze, anche se esistono, sia chiaro. Un ruolo importante merita un
supplemento di valutazione per un attore,
ma ho una sorta di pregiudizio favorevole per le cose fatte da giovani
dotati, con entusiasmo e passione.
Che differenza recitativa
ci può essere tra il cinema e la televisione (dove abbondano i primi piani,
essendo piccolo lo schermo)?
Adesso
è solo una questione di tempi. Il digitale ti consente notevoli risparmi e
verifica immediata, ma il programma va
rispettato. La tecnica dell'attore è sostanzialmente la stessa, ma i prodotti
sono diversissimi.
A proposito di TV,
inevitabile il richiamo all'attualità...
Sono
tifoso del Palermo, ovviamente.
Bene, ma mi riferivo alla
lite con il fotografo Corona e la mancata partecipazione al reality show "La
Fattoria".
Lui
è siciliano d'origine, ma diverso da me. Ho litigato per il suo modo di fare.
Certo il suo personaggio è inquietante. Altri sarebbero stati distrutti e non
avrebbero più avuto alcuna visibilità mediatica dopo quanto accadutogli. Invece
questo pontifica, continua a fotografare e a essere presente. Evidentemente
anche altri (ig)noti lo temono, si fa
per dire. Lui con arroganza mi diceva di essere il padrone di casa, ma ha
scoperto che io lo sono di un intero condomino.
Come si è trovato con
Adriano Pecchia e Cosimo Fusco
Molto
bene. È un attestato di stima sia verso il giovane produttore, che ha già un
notevole precedente con il film interpretato da Franco Nero, sia nei
confronti del regista, con il quale ho
lavorato in modo apprezzabile. Trovo lodevole che imprenditori di altri settori
investano nel cinema, tanto più in un contesto di crisi generale e non solo cinematografica.
Però, occorre trovare una distribuzione, i "nomi" del film ci sono e
rappresentano ottime credenziali. Se poi si trova uno sbocco positivo, come
spero, tutti saranno invogliati a proseguire.
Come vive l'invecchiamento
un attore
Se
sono compagnia, mi illudo di avere almeno un anno di meno dei miei
interlocutori. (Pausa lunga) Veramente
non mi sono mai posto questo problema, fino a poco tempo fa, quando la mia
compagna significativamente più giovane di me mi ha lasciato. Certo, avverti
che l'immagine cambia, il volto è segnato dal tempo e diminuiscono parecchio le
parti che ti offrono di interpretare. Però, proprio perché esiste un'abbondanza
di immagini e si hanno più motivi e opportunità di rivedere se stessi nei film
realizzati, ritengo che invecchiare sia più duro e al contempo più consolante.
Salvatore Verde
FILMOGRAFIA DI TONY SPERANDEO
Kaos, di Paolo e
Vittorio
Taviani (1984)
Pizza
Connection, di Damiano
Damiani (1985)
Il pentito, di Pasquale Squitieri (1985)
Il Siciliano, di Michael Cimino (1987)
Mery per
sempre, di Marco Risi
(1989)
Tre colonne in cronaca, di Carlo Vanzina (1990)
Il sole anche di notte, di Paolo e
Vittorio
Taviani (1990)
Ragazzi fuori, di Marco Risi
(1990)
Caldo soffocante, di Giovanna Gagliardo
(1991)
Il muro di
gomma, di Marco Risi
(1991)
Una storia semplice, di Emidio Greco
(1991)
Piedipiatti, di Carlo Vanzina (1991)
Johnny
Stecchino, di Roberto
Benigni (1991)
Uomo di rispetto, di Damiano Damiani (1992)
La discesa di Aclà a Floristella, di Aurelio Grimaldi (1992)
Briganti - Amore e libertà, regia di Marco Modugno (1993)
Nel continente nero, di Marco Risi
(1993)
La scorta, di Ricky Tognazzi (1993)
Quattro bravi ragazzi, di Claudio Camarca (1993)
I mitici - Colpo gobbo a Milano, di Carlo Vanzina (1994)
Miracolo
italiano, di Enrico
Oldoini (1994)
Segreto di
stato, di Giuseppe
Ferrara (1995)
Palermo Milano solo andata, di Claudio Fragasso (1995)
L'uomo delle stelle, di Giuseppe Tornatore (1995)
Vesna va
veloce, di Carlo
Mazzacurati (1996)
Altri uomini, di Claudio Bonivento (1997)
Volare!, di Vittorio De Sisti (1997)
Una sola debole voce, di Alberto Sironi (1998)
La stanza dello scirocco, di Maurizio Sciarra (1998)
I giudici -
vittime eccellenti, di Ricky
Tognazzi (1999)
Un giudice di rispetto, di Bruno Mattei
(2000)
Arresti domiciliari, di Stefano Calvagna
(2000)
L'uomo della fortuna, di Silvia Saraceno (2000)
I cento passi, di Marco Tullio Giordana (2000)
Il testimone, di Michele Soavi (2001)
E adesso
sesso, di Carlo Vanzina
(2001)
Tra due mondi, di Fabio Conversi (2001)
Il latitante, di Nini Grassia
(2003)
La squadra (2004 - 2007)
Miracolo a Palermo!, di Beppe Cino
(2003)
Eccezzziunale...
veramente - Capitolo secondo... me, di Carlo Vanzina
(2006)
Il 7 e l'8, di Salvatore Ficarra, Valentino
Picone e Giambattista Avellino (2006)
Una moglie bellissima, di Leonardo Pieraccioni (2007)
L'uomo di
vetro, di Stefano
Incerti (2007)
Prigioniero di un segreto (2008), di Carlo Fusco
Televisione
La Piovra 2, di Florestano Vancini (1985) - film tv
Felipe ha gli
occhi azzurri, di Gianfranco Albano e Felice Farina
(1991) - film tv
La Piovra 6 - L'ultimo segreto, di Luigi Perelli (1992) -
film tv
A che punto è la notte, di Nanni Loy
(1995) - film tv
Non parlo più, di Vittorio Nevano (1995)
- film tv
La Piovra 8 - Lo scandalo, di Giacomo Battiato (1997) - film tv
Mio padre è innocente, di Vincenzo Verdecchi (1997) - film tv
La Piovra 9 - Il patto, di Giacomo Battiato (1998) - film tv
Cronaca di un ricatto, di Danilo Massi (1999) -
film tv
Don Matteo, prima serie, episodio dal titolo
"Stato di ebbrezza", di Enrico
Oldoini (1999) - serie tv
Fine secolo, di Gianni Lepre
(1999) - film tv
L'attentatuni, di Claudio Bonivento (2001) - film tv
Distretto di polizia, di Renato De Maria (2001) - serie tv
Il sequestro Soffiantini, di Riccardo Milani (2002) - film tv
Soldati di pace, di Claudio Bonivento (2003) - film tv
Blindati, di Claudio
Fragasso (2003) - film tv
Ultimo - L'infiltrato, di Michele Soavi (2003) - film tv
La nuova
squadra (2008) - serie televisiva
Premi:
Premio David
di Donatello nel 2000, come Attore non protagonista, per il film "I cento
passi" di Marco Tullio Giordana.
Da: Wikipedia, l'enciclopedia libera - Cinemaitaliano.Info
|