Nova Siri - Con una riservata cena di gala e la proiezione anticipata dei corti in concorso, ha debuttato lunedì a Nova Siri la terza edizione di “CinemadaMare”, diretta da Franco Rina. Dopo nove giorni a Bari, cinque a Matera e Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, e due incursioni a Rotondella, la fase finale della rassegna internazionale “del cinema digitale con seminari di formazione” ha offerto subito una replica, ma di altissimo livello, con l’ospite d’eccezione: Krzysztof Zanussi, 66 anni, grandissimo regista polacco, di lontane origini italiane (discendente di una famiglia veneta, approdata nell’Ottocento in Polonia), che parla molto bene la nostra lingua. Accolto con calore dal pubblico, gli hanno rivolto attestati di stima il sindaco Giuseppe Santarcangelo (“il suo è un cinema che lascia intravedere pezzi di verità, compreso di chi lo realizza”) e Filippo Bubbico, presidente del Consiglio regionale della Basilicata, giunto dopo l’intervista del direttore al “Maestro”, ma prima della proiezione del film “Da un paese lontano” (1981). L’opera più nota al pubblico internazionale, con un’ottima fotografia, è una biografia non proprio agiografica di Karol Wojtyla, dalla guerra all’elezione al soglio pontificio, nella storia della nazione legata al cattolicesimo. L’illustre ospite ha ricordato di aver “eliminato molto già in fase di sceneggiatura, per evitare di toccare i sentimenti più intimi e privati, ma il Papa sapeva guardare oltre i personaggi, conoscendo bene gli amici e le persone reali”, rivelando l’aneddoto della presentazione in anteprima mondiale a Castelgandolfo: “nonostante il parere del cardinale Casaroli, papa Giovanni Paolo II, benché in convalescenza per i postumi dell’attentato subito, propose la visione alla polacca, cioè senza intervallo”. Poi una riflessione sulla crisi del cinema, ritenuta “comunque vitale, per le energie che sprigiona la voglia di reagire”. Rigoroso intellettuale, con studi di fisica e filosofia, diplomatosi nel 1966 nella celebre Scuola nazionale di cinema, teatro e televisione di Lòdz, Zanussi è autore dotato di un inconfondibile stile personale, antispettacolare e con un inedito sguardo penetrante sulla morale individuale, sovente sviluppato nei dilemmi etici ultimi dell’esistenza (in forte sintonia con il maestro svedese Ingmar Bergman), perciò marginalizato. Sono film elitari e pluripremiati dalla critica a Locarno, Venezia e Cannes, e la produzione più rappresentativa include titoli come: “Illuminazione” (1973), “Constans” (1980), “Imperativo” (1982), “L’anno del sole quieto” (1984), “Vita per vita – Maximilian Kolbe” (1991). In una ipotetica storia del cinema polacco, Zanussi è tra i dieci registi fondamentali con Jerzj Kawalerowicz, Andrzej Munk, Andrzej Wajda, Roman Polanski, Jerzy Skolimowski, Krzystzof Kieslowski, Agnieska Holland, e con Walerian Borowczyk e Jan Lenica nel cinema d’animazione. Martedì, il grande autore ha visitato la Città dei Sassi e la rassegna ha proposto in serata una riflessione sull’incubo nucleare, con il prof. Massimo Scalia e il presidente Bubbico, nel sessantesimo della tragedia di Hiroshima, con la visione del nipponico “Rapsodia in agosto” (1991), dell’immenso Akira Kurosawa. Salvatore Verde
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