Nova Siri - Ospite straordinario di “CinemadaMare”, è stato ieri sera Edoardo Winspeare, 38 anni, regista-autore di grande talento. Lo abbiamo ascoltato durante il viaggio di avvicinamento, prima dell’intervista pubblica del direttore Franco Rina, alle ore 22 in piazza a Rotondella. Winspeare si è imposto all’attenzione della critica mondiale, con “Pizzicata” (1995), “Sangue vivo” (1999) e “Il miracolo” (2003), tre film antropologicamente folgoranti, potenti e viscerali, oltre che intimamente ispirati, formalmente innovativi e ancorati alle proprie radici salentine. D. Conosce la provincia di Matera? R. Abbastanza e non solo la Città dei Sassi. Due settimane or sono, sono stato a Tricarico, per un piccolo ricordo del dottore Mazzarone; nella suggestiva Tursi ho fatto qualcosa per una troupe svedese, sul grande poeta dialettale Albino Pierro, era da poco deceduto, e altro ancora. Insomma, amo moltissimo la Basilicata. - Che idea ha degli abitanti? Un popolo di carattere, che sa resistere, e con una sua storica dignità, purtroppo misconosciuta fino a ieri. Come si è visto di recente con i fatti di Scanzano Jonico e le lotte degli operai di Melfi, ma anche nel passato con il tentativo del brigantaggio post-unitario o, addirittura, risalendo all’epoca dello scontro con i Romani. - Una sensibilità sociale che ricorda il Suo nell’associazione “Coppula tisa” (un comitato di cittadini del Salento per la tutela del paesaggio, “contro gli ecomostri e favore della bellezza”, ndr) . Non è proprio usuale che un artista e un cineasta valoroso si schieri apertamente. Cosa la spinge? Avverto come una passione civile, constato molto condivisa tramite internet. Alcuni non temono le ripercussioni e vanno avanti. In tal senso mi rifaccio alla lezione dell’impegno di Pier Paolo Pasolini o di Ken Loach. Si tratta di lavorare trasversalmente. Molto spesso trovi delle collusioni affaristiche importanti fra destra e sinistra, intorno a progetti, quando ci sono in ballo tanti soldi. Più che emettere giudizi moralistici, la lucertola salentina (alla quale si rifà il nome dell’associazione, ndr) ti permette, quindi, di osservare più giustamente l’ambiente e il paesaggio. Occorre comportarsi bene, da mediterranei degni, più che da “mediterronei”. - Un rigore ed una sensibilità trasparenti, che impregnano anche i suoi film. Qual è la situazione del cinema italiano oggi? E’ in piena crisi. Si girano pochissimi film, e scenderemo ben al di sotto della media, già bassa degli ultimi anni. C’è una situazione politica molto difficile, aggravata dal fatto che non ci sono regole rispettate. Quando varia un Governo in Italia, si vuole cambiare tutto e non si capisce più nulla, mentre basterebbe tenere almeno quello che c’è di buono. Di autori interessanti ce ne sono, come Garrone, Mereu e anche Castellitto. I registi bravi sono parecchi, ma gli sceneggiatori rappresentano un vero problema. -Servono queste rassegne cinematografiche? Si, tutto serve sempre se fatto con interesse, passione e amore per il cinema, ma eventi modaioli e surrettizi non aiutano certamente. - Lei ha studiato alla prestigiosa scuola di cinema di Monaco, ma i corti sono davvero una palestra necessaria per i giovani? Io ho fatto appena un corto. Provengo più dalla scuola documentaristica, che in Italia non ha una grande diffusione, mentre può essere un ottimo lavoro, anche poetico, per raccontare. Si, anche per imparare a narrare delle storie.
Salvatore Verde
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