Nova Siri - Come largamente previsto, un film irlandese ha vinto la terza edizione di "CinemadaMare", la rassegna internazionale del cinema digitale con seminari di formazione, diretta dal giornalista lucano Franco Rina. John Williams si è aggiudicato l’Epeo d’Oro con "Hibernation" (15 min.), ottimo esempio di cinema di poesia, ben girato e fotografato, sostenuto da un ritmo adeguato e con una sceneggiatura che ha fatto bene interagire il realismo fantastico e l’animazione, al servizio di una storia notturna, triste e anche funebre (due bambini travestiti da orsi, nel segreto della loro casa sull'albero, fanno degli esperimenti su un' ape per trovare il modo di far rivivere il piccolo Robin, ucciso da un cancro), però riscattata da un tocco lieve e mai greve, con pochi dialoghi, peraltro senza sottotitoli. Krzysztof Zanussi, maestro polacco del cinema mondiale, ha letto il verdetto ben dopo l’una di notte, in una Piazza Troisi ormai semideserta. Sorprendentemente al secondo posto "Grazie al cielo" (10’) dell’italiano Andrea Jublin (presente alla cerimonia), storia beffarda di un uomo ingannato dalla moglie, con la complicità di un “angelo”, un corto troppo semplificato nel livello di scrittura cinematografica e con montaggio tradizionale. Irrisolto a livello di sceneggiatura (un anziano cacciatore di anatre è perseguitato da una “rimorso” adolescenziale), ma di qualità filmica "Milk" (10’) del russo Andrey Bogdanov, "ripescato" dal Direttore, a norma di regolamento, come "Il settimo giorno l'abbaglio"(8’) di Davide Rizzo. Gli altri film brevi finalisti sono: "Un nonno per natale" (11’) di Alessandro Fellegara, "Non riesco a smettere di vomitare" (5,58’) di Adriano Ercolani, il mediometraggio "Cari amici vicini e lontani" (30’) di Toni Trupia, "Interno 9" (20’) di Davide Del Delgan, , tutti italiani. Dopo la tardiva proiezione, in attesa dell’esito, un omaggio a Pasolini, con la proposta di alcune sue poesie lette dall’attrice Nicole Millo. E’ presto per un bilancio definitivo comunque positivo, ma occorrerà riflettere sulla formula organizzativa, troppo autoreferenziale. Salvatore Verde
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