Policoro – Vacanze lucane per l’attore romano-senisese Claudio Santamaria, uno dei volti più amati dalle nuove generazioni, che si è ritemprato in Basilicata, al lido La Duna di Policoro, dove abitano i cugini, e a Senise, paese natale della madre, la signora Lucia. Prima del rientro nella Capitale, in esclusiva si è concesso alla Gazzetta, con modi gentili e ottimo umore. Una carriera già molto significativa, da giovane emergente alla conferma degli ultimi anni come protagonista, è tra i maggiori e sicuri talenti della storia del cinema italiano, certamente tra i grandi interpreti dell’ultimo decennio. Si alterna tra autori e registi indiscussi (D. Argento, P. Avati, B.Bertolucci, M. Littin, R. Milani, N. Moretti, G. Muccino, L. Pieraccioni, M. Placido, M. Risi, S. Soldini), e altri notevoli filmaker e “giovani” in ascesa (S. Incerti, A. Infascelli, R. De Maria, M. Sole Tognazzi, A.Taraglio), con rare incursioni televisive di qualità (con D. Damiani, P. Pozzessere e Milani). Trentuno anni da poco compiuti, bel volto particolare e fisico atletico, è dotato di finissima tecnica recitativa, resa in apparenza con istintiva naturalezza. Personalità intelligente ed emotiva, tenera e decisa, ricorda molto la versatilità drammatica e l’autoironia di Mastroianni, la comica gestualità di Giannini e l’impegno rigoroso delle scelte artistiche di Volontè. Con Licia Maglietta, sua amica “tanto bella quanto brava”, rappresenta il massimo del “cinema lucano”.
Com’è stata la vacanza? Per circa un mese, riservata, tranquilla e rilassante. E a Senise? Nel paese materno mi sento più a casa, appena esco dalla mia stanza è un tuffo nei ricordi. Parecchio della mia infanzia è nei suoi vicoli e nelle campagne. Ritorni spesso? Si. Fino a tre anni addietro, c’era mia nonna e almeno a Natale sono sempre andato da lei. Da bambino, invece, anche a Pasqua, mentre l’estate la trascorrevo a Policoro. Nato a Roma (come mio padre) in luglio, sono stato portato presto al mare, in questa spiaggia bellissima. Altri luoghi? Matera, Maratea e il capoluogo, dove sono stato in giuria al Potenza Film Festival di Antonello Faretta. Poi, San Costantino Albanese, Nova Siri, Rotondella, con la parte vecchia ben conservata, avendo evitato lo scempio edilizio e la contrastante contaminazione dei materiali moderni. Mi piacciono questi luoghi e l’azione evocativa che mi suscitano, con le tipiche feste e le sagre, a Senise c’è quella “du zafaran’. Un paio di anni fa sono andato anche a Tursi, nella famosa Rabatana, bellissima e decadente, con gli strapiombi e le case abbandonate, uno struggimento dell’anima. C’è la novità del recupero della parte centrale. Allora ci devo ritornare presto.Con le sue ravvicinate risorse ambientali, paesaggistiche e storiche, la regione è quasi un set naturale. Il cinema potrebbe utilizzare tali originalità ed esserne uno strumento di valorizzazione e promozione.Certamente. Penso a realtà come Craco, il Parco del Pollino e quello della Val D’Agri, o la costa tirrenica, che richiamano taluni paesaggi irlandesi. I Sassi, poi, sono una “città” mondiale incredibile che, non senza “nostalgia”, ti riportano indietro nel tempo, alle modalità di vita e al patrimonio antropologico “disperso”, ma ci si può ambientare qualsiasi film. Lavorerai in Basilicata? Purtroppo mi manca quest’esperienza. Probabilmente, però… Però… C’è una idea-progetto diretto da una regista, che potrebbe realizzarsi presto, proprio da queste parti. Cosa porti delle origini nel tuo professionismo? I ricordi, che sono basilari. Tanto più per un attore che deve avere certe espressioni ed una immediatezza comunicativa, di rapporto meno costruito. Penso sia tipico dei lucani andare al cuore delle cose. Studiando la parte da interpretare è bello approfondirne risvolti e complessità, ma poi devo distruggerli e rendere tutto diretto, semplice ed essenziale. Sono tuoi estimatori anche i colleghi lucani Fortunato, Papaleo e Petrocelli. Come vivi il successo? Li ringrazio e mi fa piacere. M’intressa molto fare dei bei film, incontrare dei bravi autori, con i quali poter dare qualcosa di personale al film. Non sono un attore che “esegue”, solo uno strumento nelle mani del regista, ma uno che vuole metterci qualcosa di suo. Sbaglia chi pensa che l’attore non sia un artista, poichè non crea qualcosa di materiale. I grandi attori danno vita a dei personaggi, che sono una unicità creativa irripetibile. Proprio di recente mi è capitato di riflettere sui film che ho fatto, per guardarmi dentro e capire in quale direzione attoriale posso dare il meglio di me e quali film mi si addicono maggiormente. Forse non lo scoprirò mai. Comunque, direbbe Mastroianni, continuo a divertirmi, pure quando piango e devo esprimere sofferenza. È giusto crescere, anche dopo 26 film. Sempre. Come, sono tanti… non li avevo contati. Salvatore Verde Policoro – Claudio Santamaria è nato nel 1974 a Roma. Ha studiato recitazione al corso triennale di Acting training, tenuto da Beatrice Bracco, con esperienze nel doppiaggio. Appena nel 1991 ha debuttato sul palcoscenico con “La piccola città”, saggio finale, diretto da Stefano Molinari, nel teatro Colosseo di Roma, seguito da altre opere spesso scritte da Lucilla Lupaioli e dirette da Furio Andreotti. Indeciso se fare l’architetto, dopo il liceo artistico, ha tentato vanamente l’ingresso all’Accademia d’Arte Drammatica e al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 1997 ha debuttato nel cinema con M. Risi, nello sfortunato "L'ultimo capodanno", però uscito dopo “Fuochi d’artificio” di L. Pieraccioni. L’affermazione piena arriva nel Duemila, ottenendo come miglior attore non protagonista la nomination sia al Nastro d'Argento con "Almost Blue" di A. Infascelli e sia al David di Donatello per "L'ultimo bacio" di G. Muccino. Per la televisione ha lavorato con R. Milani, D. Damiani, P. Pozzessere. Due anni dopo la consacrazione nei ruoli di protagonista, in "Paz!", ispirato ai personaggi di Andrea Pazienza, diretto da R. De Maria, poi in "Passato Prossimo" e "Il posto dell'anima". Ultimamente ha interpretato "Melissa P.", dal romanzo autobiografico di Melissa Panarello e "Romanzo Criminale" di M. Placido, a giorni nelle sale. Filmografia: Romanzo criminale (2005) di Michele Placido; Melissa P. (2005); Apnea (2004) di Roberto Dordit; Agata e la tempesta (2004) di Silvio Soldini; Ma quando arrivano le ragazze? (2004) di Pupi Avati; Il cartaio (2004) di Dario Argento; Passato prossimo (2003) di Maria Sole Tognazzi; Il posto dell'anima (2002) di Riccardo dilani; Amarsi può darsi (2001) di Alberto Taraglio; Paz! (2001) di Renato De Maria; Sei come sei (2001); Il mondo è fatto a scale (Frammenti) (2001); La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti; La vita come viene (2001) di Stefano Incerti; L'ultimo Bacio (2000) di Gabriele Cuccino; Terra del fuoco (2000) di Miguel Littin; Almost Blue (2000) di Alex Infascelli; Amarsi puo' darsi (1999) di Alberto Taraglio; The building (1999); L'assedio (1999) di Bernardo Bertolucci; Ecco fatto (1998) di Gabriele Cuccino; L'ultimo Capodanno (1998) di Marco Risi; Fuochi d'artificio (1997) di Leonardo Pieraccioni. Televisione: "Il caso Soffiantini" (2001) serie Tv di Riccardo Milani; La vita che verrà (1998) di Pasquale Pozzessere, mini serie Tv; Ama il tuo nemico (1997) di Damiano Damiani, film Tv. S.V.
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