Nova Siri - Abbiamo intercettato telefonicamente Vincenzo Mollica, uno dei grandi giornalisti della Rai, tra i massimi esperti di spettacolo, mentre si preparava a raggiungere "CinemadaMare", per la "Serata Troisi" che il direttore Franco Rina a voluto dedicare al grande attore e regista di San Giorgio a Cremano, morto a quarant'anni nel 1994.
D. Un gradito ritorno in Basilicata, per un evento importante.
Si, assolutamente. Credo che la rassegna sia ormai una delle più interessanti ed importanti che si svolgono in Italia, e non solo, proprio perché mette in contatto i giovani autori, da quest'anno anche stranieri, con cineasti maturi e di valore. Un incontro stimolante soprattutto per chi deve raccontare. L'anno scorso ho raccontato Federico Fellini, adesso lo faremo con Massimo Troisi, un altro mito che se n'è andato, in compagnia della sorella Rosaria. Lei è un esempio straordinario ed ammirevole di quanto abbia fatto per la memoria del fratello.
Perché Lui era tanto amato in vita e lo è ancora oggi?
Era un talento puro e un vero artista. Sbaglia chi lo inserisce solo nella categoria dei comici. Lui appartiene a quella dove sta Edoardo De Filippo, avendo saputo raccontare il nostro tempo con intelligenza, attraverso la sapienza dell'attore, ma soprattutto con le storie che hanno scritto, i film che hanno realizzato. Ricordiamoci che "Il postino" è si un testamento di un autore, ma anche un inno alla vita straordinario, che ha commosso tutto il mondo.
Le apparizioni di Troisi attore nel cinema e in televisione, ritengo abbiano la stessa continuità di intelligenza, solidità e brillantezza.
Concordo. Quando faceva il cinema, lo sapeva fare, e così in televisione, sapendo che i due linguaggi sono diversi, conoscendo benissimo i due mezzi. Non andava in televisione per fare una battuta o una gag, alla base c'era sempre una idea da narrare, una storia precisa. Non ha mai mescolato le cose per raccontare al meglio, facendoci sorridere, ridere e pensare. Che è poi quel che rende unica la sua comicità, imparentata con la poesia e la capacità di far riflettere.
La sua eredità è stata raccolta da qualcuno?
In verità non vedo in giro nessuno, sono lontani anni luce. Mi piace ricordare che un altro comico che stimo molto, Roberto Benigni, abbia fatto un film con lui. Erano amici e si volevano molto bene, ma, non a caso, nell'ambito della comicità italiana, anch'egli è un "unico". Dovendo seguire la logica dei festival, sono due artisti che comunque vanno sempre fuori concorso, com'è giusto per dei maestri.
Qual è l'eredità più grande che ci ha lasciato Troisi?
La tolleranza, lo sberleffo ai potenti e un senso notevole di solidarietà umana che ha pervaso tutte le sue opere.
Per "CinemadaMare" si ipotizza anche una collaborazione con la Mostra del Cinema di Venezia.
Sono contento per Franco Rina, che è persona di grande talento e capacità, anzi, è l'unico vulcano a sud del Vesuvio.
Salvatore Verde
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