Il
film sull'infanzia, con i bambini di Salvatore Verde ha commosso i tursitani.
Grande entusiasmo e partecipazione hanno suscitato nelle centinaia di
spettatori alla prima di "Modo armonico
semplice. L'asilo di un Maestro". Molti gli appassionati interventi nel
convegno introduttivo alla visione del film da parte di psicologi, linguisti,
critici di cinema, antropologi, dirigenti scolastici e politici, per analizzare
questo film in qualche maniera rivoluzionario, per linguaggio e per esperienza.
Perché il maestro che "chiede asilo" è un maestro della scuola dell'infanzia o
maestro d'asilo come si definisce in gergo. In una chiave di lettura insolita
il film avvince per la spontaneità dei bambini, fra i tre e i cinque anni, che
diventano protagonisti dei mille perché, fra i quali il perché della
morte.
Per
Corrado Veneziano, attore, regista e
linguista dell'Accademia di Arte drammatica "Silvio D'Amico", il film di Verde è
un viaggio nel passato attraverso gli occhi curiosi dei bambini, con il desiderio
di uscire dai confini locali per viaggiare con la fantasia: il loro è un
linguaggio che non prevede catalogazioni mentali come invece accade per gli
adulti. Fa eco in tal senso anche l'intervento dello psicologo Salvatore Gentile (responsabile dei
servizi consultoriali per minori Asl 5). Il viaggio è un inno alla vita e non
un soffermarsi sul concetto della morte, che per i bambini rientra soltanto nel
perché una persona non c'è più. L'antropologo dell'università di Basilicata, Francesco Marano (istituzione che ha
offerto il patrocinio morale e culturale all'opera) ha riletto gli aspetti
puramente umani, legati al rapporto fra le nuove e le passate generazioni, che
in un luogo come Tursi e la Basilicata si riflettono con maggior vigore ed intensità. Il
film è un grande regalo fatto ai bambini che si potranno rivedere in età adulta,
mediante lo strumento cinema, e quindi è in sé un inno alla memoria. Per la
critica cinematografica, per quegli aspetti puramente estetici, il film, pur
con mezzi a basso costo, è in grado di riflettere la lezione di grandi maestri
come Francois TRUFFAUT ("I
quattrocento colpi") e in qualche verso del cinese Zang YMOU ("Non uno di meno"); ma c'è anche l'avanguardia della
Scuola di Pietralata col maestro-attore Bruno
CIRINO, diretto da Vittorio DE SETA
fra gli anni 60 e 70: una grande televisione in bianco e nero che annoverava in
quegli anni anche il maestro Alberto MANZI
col suo serale "Non è mai troppo tardi". Perché il film di Verde è anche un maninfesto
alla didattica intesa nel senso più moderno e in qualche maniera in una sorta
di sovvertimento delle rigidità che talvolta reprimono la fantasia. "Aspetto
importante - sostiene Verde - riguarda anche la duplicità del senso contenuto
nel titolo del film. Asilo inteso come istituzione e come luogo di accoglienza interculturale
di un maestro che, attraverso lo sguardo dei bimbi, intende riaffermare la
specificità della loro età. L'asino con le cesta che porta i bambini è un
emblema della poetica e dell'antropologia del film". Ecco allora entrare in
gioco la lezione dello scomparso regista Marco
FERRERI del "Chiedo asilo" (degli anni 70 con un quasi sconosciuto Roberto
Benigni), e, in una chiave piuttosto poetica è il maestro adulto che chiede
asilo nel mondo fantasticamente inesauribile dei bambini.
Per
il dirigente scolastico dell'istituto comprensivo "Albino Pierro" di Tursi, Aldo Mario ZACCONE, il film sarà un
veicolo per la promozione di Tursi - e lo evidenzia anche il sindaco Salvatore CAPUTO - ma sarà anche e soprattutto per la scuola
dell'infanzia quale "scarabocchio necessario del sistema educativo". Per Tursi
e per la regione intera, il lavoro cinematografico va sempre sostenuto: lo dice
Maria ANTEZZA, presidente del
Consiglio regionale di Basilicata, la quale ha ardentemente auspicato che
esperienze simili debbano andare oltre i confini locali, per evidenziare le
potenzialità di una regione seppur piccola ma con grandi risorse umane. Significativi
anche i ricordi-aneddoti di Gino RAGAZZO,
presidente del Consiglio d'Istituto "Pierro", che ha letto una lettera del
1977, inviatagli da Verde, nella quale l'Autore proponeva al gruppo di amici di
fare un film, magari costituendo una cooperativa cinematografica. Come dire:
certi sogni hanno origini lontane.
Armando LOSTAGLIO
|