Fortunato DIGNO è nato a Policoro il 19-12-1977, fratello
quasi trentenne di Filippo, Adamo, e Alessio, ma anche di Graziella
e Angelica. Da due stagioni è insieme con Filippo ADDUCI nello Sporting Montalbano, che milita in Eccellenza.
Dopo aver giocato nelle giovanili del Tursi, con la parentesi dei Giovanissimi
a Marconia e degli Allievi a Montalbano, ritorna a Tursi dove continua a
giocare in Seconda e Prima categoria. Ed è proprio in Prima, con la squadra
locale allenata da mister Gino BARBETTA,
che si mette in evidenza nel 2001-02, nonostante la sfortunata fase finale del
campionato, molto ricordata nell'ambiente calcistico nostrano. Poi, si
trasferisce allo Sporting Montalbano, che milita in Promozione. Pur arrivando
secondo sale di categoria, per poi retrocedere nel campionato successivo. Nel
2004-05 si trasferisce a Firenze e milita in una squadra di Seconda categoria.
L'anno seguente, dopo un buon campionato disputato, gli viene offerta la
possibilità di fare un provino al Prato che milita in Eccellenza, ma durate la
settimana di prova un infortunio al braccio lo tiene fuori dal campo per tre
mesi, costringendolo a lasciare la Toscana e a ritornare a Tursi. A
dicembre, recuperato l'infortunio al braccio, è in forza di nuovo al
Montalbano. Terzino sinistro, corretto e disciplinato, veloce e scattante, è un buon fluidificante di
fascia che spesso si porta in avanti. Ragazzo umile e gentile, ha sempre
lavorato sin dall'età di 14 anni. Dopo dieci anni di attività come imbianchino,
con Salvatore DE LUCA, l'anno scorso
si è messo in proprio, formando la ditta "B&D"con Domenico BRAIANO.
D. La tua può essere definita una vita da mediano,
o meglio da "terzino", però l'occasione a Prato l'avevi avuta, raccontaci
meglio.
R. A Firenze avevo disputato un buon campionato e
l'anno dopo mi fu proposto di fare un provino a Prato di una settimana. Il
quarto giorno durante un allenamento, in un contrasto di gioco, cadendo mi
infortuno al braccio: frattura dello scafoide. Tre mesi di stop, da settembre a
dicembre. Per cui fui costretto ad andare via da Firenze, non potendo né
lavorare né giocare.
Tu hai lavorato sin da quando eri piccolo, per il
te il calcio è sempre stato un hobby o pensavi potesse essere la tua
professione?
Ho cominciato a giocare per passione, i sogni da
piccolo c'erano, ho sempre giocato per il piacere di giocare, non solo a calcio,
pure a calcetto, ed anche oggi se mi chiedono di fare una partita, gioco
volentieri. Il punto di svolta, però, è stato il militare, solo dopo infatti ho
capito che il calcio era un hobby, e quindi ho continuato a lavorare
costantemente. Certo è che se fosse capitata la grande occasione non l'avrei
rifiutata.
Hai trent'anni, pensi che ci sia la possibilità di
rivederti a Tursi in futuro? Sai qui c'è molta nostalgia di quel campionato
giocato in Prima categoria e perso all'ultimo...
L'età non conta, giocherò finché ce la farò. A
Tursi quel campionato è stato bellissimo. Avevamo un grande gruppo ed un
pubblico caloroso. Eravamo terzi a quattro giornate dal termine, alla fine il
Montalbano ci scavalcò e andò in Promozione, mentre il Tursi si sfasciò e
cominciò a scendere di categoria. Fu un bel campionato anche grazie al
Presidente Antonio PADULA, e a quello onorario Antonio D'ALESSANDRO.
E' stato un peccato, per noi, per Tursi, per i tifosi, per tutti. Poi andai a
Montalbano. Se ci fossero le condizioni potrei ritornare, giocare per il
proprio Paese è sempre più bello. Sarebbe importante ripartire da lì, con
quell'entusiasmo che coinvolse tutti.
Grande tifo a Tursi?
A Tursi la gente ama il calcio e merita di più. Sono
stato colpito da quell'anno, i tifosi ci sostenevano sempre, in casa e fuori,
una cosa da categorie superiori. Ne approfitto per ringraziare e salutare le
Teste Matte e la Vecchia Guardia, tra cui spiccano Salvatore
NUZZI, Gennaro TAURO, Antonello PALERMO, Domenico DE BIASE, Filippo RAGAZZO e
Luciano FERRUCCIO, con tutti gli altri amici e sostenitori. Si dovrebbe
tornare a livelli dignitosi e riorganizzare il tifo.
Sei un ragazzo sereno e tranquillo, che rapporto
hai avuto con i mister?
Mi sono trovato bene con quasi tutti i mister, da Benito
POLICARPO a Gino Barbetta,
da Raimondo NETTIS a Mario ARMENTO, che crede in me ed
è quello che mi ha valorizzato di più. Mi ha sempre accolto bene, anche al mio
rientro dopo l'infortunio a Firenze, è stato molto disponibile.
Ho letto sui quotidiani che sei il polmone della
squadra e spesso il migliore in campo.
Ringrazio per i complimenti, ma io penso solo a
giocare. Se poi chi osserva ne parla bene, fa piacere. Ma il merito è della
squadra, del gruppo e del mister.
Con Filippo Adduci giochi insieme a Montalbano da
diversi anni, cosa pensi di lui, di Gianni MARRA e dei tuoi fratelli Alessio e
Adamo?
Ho giocato solo con Filippo, che è bravo e gioca
bene, un centrocampista molto grintoso che non si risparmia mai. Lui dice di
ispirarsi a De Rossi, per me è più Gattuso. Con Gianni, a parte i tornei di
calcetto, non ho mai giocato insieme, però come avversario si, è un ottimo
marcatore, che lotta e sa colpire bene la palla di testa. Alessio è un buon
elemento, sia a livello tattico che tecnico, calcia sia di destro che di
sinistro e sa tenere bene la palla al piede. Però ha bisogno di ritrovare le
motivazioni e la continuità nel giocare. Adamo è un grande calciatore sia da un
punto di vista tecnico che tattico, si adatta in tutti i ruoli e meriterebbe di
salire di categoria, avendo lui le caratteristiche giuste per andare avanti.
Concili bene il lavoro con il calcio?
Si, lavoro la mattina, mi alleno tre pomeriggi a settimana,
più la partita alla domenica.
Non si vive senza lavorare o senza calcio?
Il lavoro porta il pane, il calcio è un gioco, è
divertimento. Sono due cose belle di cui non potrei fare a meno.
Hai fatto qualche goal quest'anno?
Si, uno in Coppa Italia, l'altro in campionato.
Come ti trovi a Montalbano?
Bene. È un paese tranquillo, alla gente piace il
calcio, la società è seria e il mister bravo. Poi è vicino a Tursi.
Ti fermerai lì l'anno prossimo?
Non lo so, vedremo.
Leandro VERDE
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