Giovanni Marra è nato a Policoro il 16 settembre 1981. Primo di tre
figli, dal padre Nino, neo sottotenete
della Polizia municipale, ha ereditato principalmente la passione per il
calcio, cosa che condivide con il giovane fratello Nicola (disputa il campionato Allievi Regionali nel Potenza). Difensore
centrale o terzino destro, in base al modulo difensivo, attualmente gioca nel Marconia
che milita nell'Eccellenza lucana.
Inizia
a giocare a calcio da bambino, nel 1988/1989 nella società "S.c. Tursi '88" fondata
dal mister Gino Barbetta, e già da
allora nel ruolo di difensore. Nel ‘92 approda nel "Padre Minozzi" di Policoro
con cui gioca nei Giovanissimi e negli Allievi Regionali, per disputare poi, nel
1998-99, il campionato di serie D. Nel 1999-2000 si trasferisce a Pisticci, che
milita nel campionato di Eccellenza e nel 2000-01 vincerà sempre con la stessa
maglia. L'anno successivo in serieD, lascia il Pisticci a novembre, a metà
campionato per trasferirsi in quello di Eccellenza con il Francavilla sul Sinni,
che perde gli spareggi decisivi per passare di categoria. Dal 2002 al 2005 è di
nuovo nel Pisticci, in Eccellenza. Quindi, inizia il campionato 2005-06 a Ferrandina, ma a novembre lascia per passare al
Marconia, ma un infortunio alla mano gli impedisce di giocare da più di un
mese. Difensore tenace, veloce e resistente, con una rabbia agonistica
invidiabile, è un marcatore attento che segue l'uomo e gioca d'anticipo, non ha
un buon rapporto con il gol e (forse per questo?) cerca quando può di non far
segnare gli avversari.
Ci conosciamo da più di quindici anni e
tu già giocavi a calcio. Cosa è cambiato oggi rispetto ad allora?
Eravamo
ragazzini e il calcio era qualcosa di speciale, una grande passione e un sogno.
Adesso è sempre una passione, ma si è affievolita, anche perché ho incontrato
persone poco serie, che mi hanno fatto un po' allontanare da quello che era ed
è il mio mondo. Sono venute meno le motivazioni che solo un ambiente caloroso e
familiare potrebbero restituire.
Nella tua carriera hai giocato per molti
anni a Pisticci.
Di
Pisticci ho un buon ricordo e, fin quando ci sono stato, mi sono trovato bene.
L'allenatore con cui ti sei trovato
meglio?
Gerardo Passerella di Potenza, a
cui sono legato perché mi ha fatto esordire in Serie D e che riesce a tirar
fuori la grinta dei giocatori e Giandomenico Biscotto, che a livello tattico è uno dei migliori, prepara la gara
meticolosamente. Dai due ho avuto una buona preparazione.
Il ricordo più vivo della tua esperienza?
La
vittoria del campionato di Eccellenza lucana col Pisticci, mi ha soddisfatto e
mi ha fatto crescere a livello caratteriale. Ho avuto la possibilità di giocare
con gente cha ha calcato i campi di categorie superiori e dai quali ho avuto la
fortuna di imparare.
Una cosa spiacevole?
Lasciare
il Pisticci, con cui ho fatto più di cento presenze. Pensavo che cambiare
potesse giovarmi, ma non è stato così, anche a causa di un incidente stradale
che mi ha fatto capire che le persone di cui ti fidi non sempre ti aiutano nel
momento del bisogno.
Ti riferisci alla società?
Esatto.
Quali sono i tuoi pregi e difetti,
limiti e caratteristiche?
Pregio:
saper marcare a uomo, anticipando quando è possibile l'avversario, e sono anche
un buon colpitore di testa. Difetto: sicuramente la scarsa vena realizzativa (ride), che riconosco pur essendoci
andato vicino diverse volte. Pur non disponendo di una grande tecnica ho
cercato di colmarla con una buona preparazione atletica, resistenza e velocità,
che ho acquistato in seguito, allenandomi con costanza. Poi sono grintoso e non
mi arrendo mai, cosa che contraddistingue noi tursitani, no?
Siamo d'accordo. A parte i trascorsi
(pre)adolescenziali, non hai mai giocato aTursi. Sei legato al nostro Paese?
Certo,
sono legato da diversi fattori. A parte la famiglia e gli amici, in primis c'è
l'amore per il calcio. E credo che attualmente si possa fare molto di più anche
a livello locale. Ritengo che Tursi abbia tutte le carte in regola per
confrontarsi con altre realtà. Ti confesso che uno dei miei desideri è giocare
nella squadra del mio Paese, davanti ai miei tifosi.
Dici sul serio? Accetteresti anche di
scendere di categoria?
Con
la costruzione del nuovo stadio si pongono le basi per impostare un progetto
calcistico nuovo, più ambizioso, magari unendo le due società già esistenti e
con l'ingresso di ulteriori persone che rafforzino l'assetto societario. Dico
questo con la consapevolezza che con l'unione di tutti si può ottenere qualcosa
di importante. Vorrei che i tifosi locali si riorganizzassero e riprendessero a
sostenere la squadra, come successe quando il Tursi militò in prima categoria,
e anche grazie a loro sfiorò la storica impresa della promozione.
Cosa pensi di Filippo Adduci e dei
fratelli Digno: Alessio, Fortunato e Adamo?
Filippo
è centrocampista di qualità che farebbe comodo ad ogni squadra, per la corsa,
la tenacia e la visione di gioco. Alessio è giovane, avrebbe potuto esprimere
meglio le sue potenzialità se fosse stato più costante, perché dotato di
tecnica e visione di gioco. Fortunato è tatticamente disciplinato, la velocità è
la sua arma migliore. Adamo è attualmente, tra i giocatori che abbiamo in
regione, il più completo. E' un professionista serio anche fuori dal campo. Per
le sue qualità poteva avere più fortuna.
Avete mai giocato insieme?
Si
a calcetto, e vorrei fare un appello.
Prego.
Quello
di valutare, davanti alla proposta di un progetto serio, la possibilità di giocare l'anno prossimo
nella squadra del nostro Paese. Coinvolgendo anche altri calciatori locali, che
non hanno avuto la fortuna di giocare in categorie superiori, ma che sono
ugualmente validi. Penso a Crucinio,
Latorraca, Liguori e Pipino, solo per fare alcuni nomi. Abbiamo tutte le
carte in regola e solo uniti possiamo riportare la squadra ai massimi livelli
storici locali e oltre.
Leandro Verde
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