Nato a Tursi da Giovanni e Carmela DIGNO, Filippo ADDUCI, 26 anni compiuti a giugno, è l’ultimo di 6 figli, con la sorella gemella Maria Anglona. Attualmente gioca nello Sporting Montalbano, che milita nella categoria Eccellenza. Centrocampista grintoso e infaticabile, il suo debutto risale al 1988/89, categoria Primi calci, quando venne fondata la società “Tursi 88” del mister Gino BARBETTA, con il quale è rimasto fino al 1991-92. In seguito, per cinque anni consecutivi è al “Padre Minozzi” di Policoro, nei Giovanissimi e Allievi, quindi in Eccellenza (1997-98) e in serie D (1998-99) e ancora in Eccellenza per un altro biennio (1999-2001), sempre nella cittadina jonica. Rientrato nella Polisportiva Tursi, disputa due campionati in Prima categoria (2001-03) ed approda (2003-04) in Promozione con lo Sporting Montalbano, poi in Eccellenza (2004-05) nel Bernalda soc.2000. Il ritorno definitivo a Montalbano è dell’anno dopo, in promozione. Atleta serio, sostanzialmente corretto, anche considerando il suo ruolo, avendo avuto in quasi 10 anni di calcio meno di 10 cartellini rossi. Sempre presente agli allenamenti, ha avuto in carriera un solo infortunio, alla caviglia, che lo ha tenuto fuori dal campo per tre mesi.
Come hai cominciato?
L’esordio è da centrocampista, a otto anni, ma dopo un po’ provo come attaccante e in questo ruolo ho un vivo ricordo perché alla prima partita ho segnato cinque reti contro il Bernalda, nella categoria giovanissimi. Dopo la parentesi come centravanti, in cui ho totalizzato più di un centinaio di goal, sono ritornato al mio ruolo naturale di mediano.
Cosa rappresenta il calcio? È solo un hobby? Hai un lavoro?
Adesso è un hobby, che mi diverte e mi fa sfogare. Prima rappresentava tutto, era un sogno che mi dava stimoli e ambizioni che ora non ho più. Da qualche anno, comunque dopo l’infortunio, qualcosa è cambiato. Lavoro anche, come quasi tutti i calciatori dilettanti. Da due anni sono barista nel locale di mio cognato e questo mi gratifica perché ben si concilia con l’impegno sportivo, anche grazie alla sua comprensione. Prima ho fatto il venditore ambulante per otto anni, presso le calzature dei fratelli Vinci e anche lì mi sono trovato bene.
Quale è il mister con cui ti sei trovato meglio?
Quello attuale, mister Armento, una brava persona che riesce a preparare la squadra sia atleticamente che psicologicamente.
Giochi come mediano, ci vuole fiato.
Lo so, infatti mi alleno correndo tutti i giorni. Ma ti confesso che preferisco giocare come esterno sinistro di centrocampo, per accentrarmi e provare la conclusione.
Quali sono le tue caratteristiche principali?
Molta grinta, corsa, fiato, forse non ho molta tecnica, ma intuito e una buona visione di gioco.
Prospettive per il futuro? Pensi di poter andare oltre l’eccellenza?
Voglio migliorare sempre, in qualsiasi campo, non solo quello sportivo. Per il calcio ho già “una certa età”, ma mai dire mai.
E’ vero che una volta a Montalbano ti hanno fatto un volantino con scritto: “Vogliamo 11 Adduci”?
Si è stato un attestato di stima, che ricordo con piacere.
Verresti a giocare nel paese natale? Cosa rappresenta Tursi per te?
Attualmente non ci sono le condizioni per ritornare, non c’è unione e lo dimostra anche il fatto che ci sono più società. Ne basterebbe una. Penso che la nostra realtà calcistica meriti di più, e questo lo dico guardando ai calciatori tursitani che militano fuori e a quelli che ancora stanno a Tursi, ma anche a coloro che si sono persi per strada. Il mio paese mi piace a volte tanto altre meno, ma non so se ci vivrò per sempre.
So che sei un gran tifoso dell’Inter, cosa pensi del calcio giocato nelle grandi serie?
Penso che oggi è più spettacolo e meno calcio. Prima era più emozionante.
Esistono le raccomandazioni calcistiche?
Certo, nel calcio come negli altri campi. Ma io non ne ho mai avute, altrimenti non sarei qui.
E il doping?
Qualcosa c’è, inutile negarlo, si dice che alcuni ne fanno uso, ma io mai.
Fumi o bevi?
Assolutamente no.
Quale calciatore ti piace, in chi ti rivedi?
Direi Cambiasso o ancor più in De Rossi.
Ci sono altri giocatori tursitani che militano fuori, penso a Gianni Marra e i fratelli Digno: Adamo, Fortunato e Alessio, cosa pensi di loro?
Giovanni è un ottimo difensore, che lotta e non si ferma mai. Fortunato è un buon terzino sinistro caparbio e molto veloce. Alessio è giovane e ha un gran tiro e dribbling. Adamo penso che meriti di giocare in categorie di livello superiore, è molto tecnico, veloce e ha un’ottima visione di gioco.
Leandro Verde
|