Intervista a Filippo Lasalandra, presidente della Jonio Sport Tursi
Una società calcistica giovane, nata nel mese di agosto del 2011
e iscritta al campionato di Terza categoria, che sta procedendo in maniera straordinaria
verso una probabile promozione, viste le qualità tecniche di cui dispone. È questo
l'identikit della Jonio Sport Tursi, presieduta dall'imprenditore tessile
Filippo Lasalandra.
A lui abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio
la struttura e gli obiettivi di un progetto ambizioso e nuovo al tempo stesso.
Presidente, ci dia
qualche notizia biografica?
Sono nato il
6 agosto 1949 a Tursi, dove ho incentrato la mia vita, sia lavorativa
che privata. All'età di 8 anni, infatti, quasi per scherzo, ho iniziato come
apprendista sarto, avvicinandomi a quello che poi ancora oggi è il mio lavoro,
che conduco sempre con la stessa passione e dedizione. A 14 anni sono andato fuori,
per frequentare una scuola di specializzazione nel campo della sartoria, una
sorta di corso di formazione nel quale ho conseguito il diploma di modellista,
oggi diremmo stilista. Facendo un rapido salto cronologico, a 27 anni ho
intrapreso l'attività imprenditoriale, condotta per settennio a Genova e
proseguita dal 1984 a Tursi. Produco abbigliamento, economia e occupazione,
lavorando incessantemente, ma considero normale che il mio impegno adesso sia
rivolto anche ad ambiti culturale e sportivo.
Come è nata la sua
passione verso lo sport, soprattutto il calcio?
Dal mio ritorno a Tursi, mi sono avvicinato agli eventi sportivi
che venivano organizzati, dapprima come sostenitore, sponsor e finanziatore di
qualsiasi manifestazione, e poi divenendo più parte attiva, in particolare nel
mondo del calcio. Nel 1985/86, con il mister Benito Policarpo allestimmo una
squadra per il campionato di Terza categoria, della quale ero presidente. Anche
se fu una esperienza breve, mi permise di prendere i primi contatti con quello
che ho sempre ritenuto il mio sport preferito, alimentando in me la voglia di
fare qualcosa, anche e soprattutto per i giovani. Questa mia ferma volontà, si
rafforzò all'indomani del brutto incidente automobilistico nel quale fui coinvolto nel 1997, quando è scattata la
molla di dedicarmi quasi interamente al settore giovanile. Da allora, e per
quindici anni con la società Polisportiva Tursi (oggi Aurora Nicola Russo
Tursi, ndr), ho portato i nostri giovani talenti sui campi della Basilicata. E tu
dovresti ricordarlo, visto che già allora seguivi e scrivevi le cronache delle
nostre partite dei campionati Allievi e Giovanissimi. In qualche modo, per tre
lustri, dunque, ho cresciuto questi
giovani di belle speranze, togliendoci insieme numerose soddisfazioni. Oggi mi
sono buttato anima e corpo in questa impresa, che non è avventura come molti
dicono, perché le avventure durano poco e spesso finiscono anche male. La Jonio
Sport Tursi è un impresa sia in senso sportivo che economico e sociale, nata
senza sfidare e tantomeno per contrapporsi a nessuno, come parecchi in paese
sostengono. Noi abbiamo fatto qualcosa per, non contro qualcuno. La mia società
vuole fare e sta facendo bene e in modo diverso, per dare un'opportunità a
quelli che non giocano, non soltanto a Tursi in Promozione, ma in tutto il
comprensorio, solo perché magari lavorano e non possono allenarsi tre-quattro
volte alla settimana, rischiando così di restare ai margini del fantastico
mondo del calcio giocato. È a tali persone, da più parti lasciate fuori dai
giochi, che vogliamo ridare l'entusiasmo che il calcio sa regalare, essendo
giovani che hanno dimestichezza con il pallone e lo esprimono tutte le volte
che scendono in campo, non a caso siamo saldamente al comando del campionato (a
quattro giornate dal termine, ndr).
Allora perché negli ambienti sportivi si parla della vostra
contrapposizione?
Tale convinzione in effetti serpeggia, come se fossimo
opposizione o alternativa alla Polisportiva Aurora NR Tursi, forse considerando i miei trascorsi in quella
società, ma dalla quale sono uscito proprio prima di fondare la Jonio Sport
Tursi. In realtà le cose non stanno così, perché quella decisione era motivata,
non ritrovandomi più in quella esperienza
con la mia identità, perciò ho voluto crearmi un mio spazio. Inoltre, offro un'opportunità
di spettacolo sia alla cittadinanza, poiché ogni domenica c'è una
rappresentativa da seguire, che un'opportunità
ad altri giocatori validissimi del comprensorio, anche di divertirsi con
impegno, i quali non possono sostenere i ritmi forsennati che impone oggi il
calcio per affermarsi a certi livelli.
Ci illustri meglio
la struttura, i componenti e gli
obiettivi di questa nuova e ambiziosa società.
La Jonio Sport Tursi è un progetto a lungo termine, che ha
come obiettivo ravvicinato quello di
vincere il campionato di Terza Categoria e conquistarsi la promozione in Seconda,
poi si vedrà, senza porre limiti. Già adesso abbiamo una "signora squadra" che,
tuttavia, deve sudare sul campo sia durante la settimana che ogni domenica per
costruire qualcosa di importante. Può sembrare un po' presuntuoso dire che la
squadra, per come è stata attrezzata, possa vincere non solo il campionato di
Terza, ma anche di Seconda e di Prima. Il nostro si chiama "Progetto Fiducia",
perché abbiamo instaurato un rapporto di reciprocità tra dirigenza e giocatori,
basato sull'assoluta fiducia e rispetto che tutti hanno sposato, come in una bella
famiglia, fatta di genitori e figli che si rispettano e concorrono per
raggiungere un obiettivo comune: la vittoria. I tesserati sono all'incirca trenta,
mentre mi affiancano come dirigenti: il vice presidente Diego D'Aloisio, il
segretario Giuseppe Cirigliano e il cassiere Giuseppe Violante. Un organigramma
contenuto per vari motivi, inizialmente dovuto ai tempi ristretti per la
presentazione della documentazione necessaria per l'iscrizione al campionato, ma
occorre aggiungere pure una certa diffidenza che qualcuno ha mostrato nei
nostri confronti, considerandoci una comparsa o una meteora sul palcoscenico
calcistico tursitano. Con il passare del tempo, però, molti si stanno
ricredendo, per fortuna. Tutti i componenti del nostro progetto, sono "uomini
squadra", ossia parte fondamentale del gruppo e per rendere l'idea esemplifico
un caso: il cassiere Violante è un ragazzo che per anni ha giocato bene a
calcio, ma poi per un infortunio sul lavoro ha dovuto smettere, allontanandosi sfortunatamente
dal mondo che amava. Noi lo abbiamo coinvolto, facendolo diventare una pedina
importante non solo a livello societario per il ruolo che riveste, ma anche accreditandolo
tra gli accompagnatori sul campo ogni domenica. In tal modo Giuseppe ha
ritrovato ulteriori stimoli, anche per affrontare la vita di tutti i giorni,
con la sua grande umiltà e la sua grandissima voglia di sentirsi protagonista
di un progetto importante e, perché no, vincente.
A parte la panoramica societaria, come valuta il rapporto con le istituzioni?
Devo dire che le istituzioni ci sono state molto vicine,
soprattutto nel recupero e nel ripristino del campo "Angelo Cuccarese",
ritornato ai vecchi fasti di qualche stagione addietro, perciò vogliamo valorizzare
ufficialmente l'intitolazione della struttura a questo grande portiere
tursitano. Voglio allontanare tutte le dicerie su una presunta scarsa
attenzione da parte dell'amministrazione nei nostri confronti. Al contrario, la
nostra società ha saputo presentare un progetto serio che ha meritato la
fiducia di tutti gli amministratori, dal Sindaco all'assessore allo Sport,
poiché si è compreso che io e la società lavoriamo per favorire la crescita
umana, sociale e sportiva.
Per concludere, come
immagina il futuro della sua società?
C'è una frase che racchiude tutto il nostro progetto: ogni
qualvolta che finirai di mangiare, bene o male, in qualsiasi ristorante alla
fine il cameriere ti porta il conto. Insomma, voglio dire che il futuro
dipenderà solo da come sapremo lavorare, tutti insieme, per raggiungere gli
stessi obiettivi e per dare ancora più luce alla nostra cittadina, che anche
dallo sport può e deve ricevere esempi solo positivi.
Salvatore Cesareo
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