Pomarico
- Aurora NR Tursi 4 - 0
Prosegue
il periodo nero dell'Aurora (tre sconfitte e una vittoria nelle ultime quattro
gare), con un'altra amarissima disfatta esterna all'undicesima giornata. La
formazione tursitana resta ancora al terzo posto con 22 punti, ma si allontana
sempre più dalla vetta dominata dal Bernalda (a quota 30), seguito dall'IF
Valsinni (a 28), mentre si accorciano pure le distanze delle squadre immediatamente
inseguitrici, Tricarico e Pomarico in particolare (con 20), ma anche da
Salandra e Satriano posizionate appena sotto (rispettivamente con uno e due
punti in meno).
La classifica del girone "B" è evidentemente spezzata in due tronconi,
considerando il divario del gruppo di testa con la nutrita zona bassa, interessata
a non retrocedere, come il Metanauto (12 punti e quartultimo posto) e il
gruppetto (a 11) composto da Roccanova, Latronico, Moliterno e Val d'Agri,
mentre il trio R. Grumento, I. Burgentia e S. Lauria è penultimo con 9, davanti
solo al Grassano (fanalino di coda con 6 punti in totale).
Risolte
alcune situazioni di ambiguità contrattuali e conseguenti svincoli di esperti giocatori
vogliosi di trasferirsi altrove, la volenterosa società tursitana sta tentando
di recuperare presenze compatibili sul mercato, soprattutto allargando la
partecipazione di giovani locali nella rosa della squadra continuata ad
allenare dal mister materano Giuseppe
Angelino. Difficile ipotizzare che tali stravolgimenti in corso d'opera non potessero
avere conseguenze anche negative, considerando l'oggettivo restringimento del
numero dei disponibili, la palese difficoltà di affiatamento e integrazione del
gruppo rinnovato, la qualità della preparazione fisica e tattica, oltre al
rendimento accettabile del collettivo, comunque condizionato da fattuali squilibri
tra i reparti. Dunque, proprio per tali motivi finanziari e argomenti tecnici,
l'Aurora vive le settimane di passioni più critiche dall'inizio del campionato,
quasi una contingenza di svolta e un momento ineludibile di verità, rispetto al
reale valore esprimibile oggi e con conseguenze aperte a ogni soluzione, sia di
rilancio che di ipotetico smarrimento totale.
L'esito
della partita di domenica 6 dicembre, contro il vittorioso Pomarico, passa
dunque come un appuntamento non straordinario anche nelle previsioni ragionate,
dovendosi concludere, lo ripetiamo, questo periodo di transizione verso una
nuova impostazione di gioco e di assetti tecnico-tattici a carico delle
individualità coinvolte in tale processo di rinnovamento possibile. Il tutto avviene,
però, nella sostanziale indifferenza di una opinione pubblica locale distratta
o poco interessata alle sorti calcistiche, in contrasto con l'interessamento
non marginale dei tifosi.
Ben
arbitrata da Berardone di Moliterno, la gara pomaricese è stata sempre a senso
unico, dominata dagli arrembanti casalinghi, increduli di fronte a tanta
abbondanza di reti (già dopo il primo minuto l'Aurora era sotto di un goal, realizzato
da Cambio; verso la metà della ripresa altre due reti a ripetizione, di D'Adamo
al 67' e
Nasca al 68'),
tanto da non essere pienamente convinti loro stessi della eccezionale impresa, riuscita
contro la squadra di Tursi molto approssimativa, inferiore perché
rinunciataria, apparsa pure stanca e svogliata, che non si è fatta mancare
nulla di censurabile (incluso l'autogoal di Albano, all'87'). Erano schierati:
Ciccimarra, De Riso, Sundas, Adduci, Albano, Bacinella, Di Pede, Digno,
Crucinio (Palermo), Policarpo e Fittipaldi; in panchina: Vita e Tofano.
Insomma, voti insufficienti per tutti, perché, come è noto, è difficile trovare
qualcuno che si salvi dopo un disastro collettivo, dove ognuno ha dato, sia
pure in modo incolpevole, il meglio del peggio. Si abbia il coraggio di vestire
i panni dell'umiltà e di voltare pagina con realismo, subitaneamente.
Salvatore
Verde
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