Tursi - Per una sera il convento di San Rocco, dal 9 dicembre '91 comunità terapeutica della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, che ospita 16 giovani, otto lucani, si è animato come non capita spesso. Ha festeggiato i dieci anni di attività. L'ultimo ospite è arrivato da poche ore, ed entro un mese altri cinque lo seguiranno. A lui si è rivolto idealmente don Mazzi, fondatore di Exodus, grande protagonista della serata, con un intervento che ha spinto l'uditorio al sorriso e alla riflessione, dai forti toni, ispirati cristianamente, eppure lievi come solo un grande comunicatore e predicatore può e sa fare. Molti tursitani hanno stentato a credere a quello che vedevano. L'ambiente era recuperato e in perfetto ordine. Dalla piccola chiesetta rimessa a nuovo all'intera struttura conventuale con il chiostro, e allo spazio circostante, tutto ad opera degli stessi giovani, e di molti altri volontari e benefattori. Alcune centinaia di persone, e tra loro molti i familiari intervenuti con speranza e un po' di emozione, insieme ad altri rappresentanti di associazioni di volontariato, al vice presidente della Regione, Vito De Filippo, e all'assessore Carlo Chiurazzi, a diversi amministratori dei comuni viciniori, al sindaco Antonio Guida, al cap. Luciano Magrini della Compagnia dei Carabinieri di Policoro. Negli indirizzi di saluto tutti hanno ricordato il valore dell'iniziativa che è seguita con attenzione istituzionale ai vari livelli, anche perché i risultati sono più che buoni. In questi anni sono passate dal centro 228 persone e il 47 per cento di esse ha concluso il programma di recupero (intorno ai due anni indicativamente), e tra questi ultimi ben il 90 per cento risulta a distanza di tempo regolarmente inserito in un contesto di positività affettiva, lavorativa, sociale. Toccante l'omelia di mons. Rocco Talucci, oggi arcivescovo di Brindisi -Ostuni, che accolse la carovana di giovani itineranti in tandem ed offrì loro «un convento poi diventato un monumento di amore e carità cristiana». Dopo la messa, animata liturgicamente dal Coro «Esperia» di Policoro, diretto da Mario De Mitolo, lo stesso don Mazzi e la direttrice della Comunità, la psicologa Piera Vitelli, hanno inaugurato la attrezzata falegnameria in un nuovissimo capannone. Mons. Francescantonio Nolè, attuale vescovo, ha voluto rimarcare «il sostegno della comunità locale e diocesana all'iniziativa, e i proficui rapporti che nel tempo si sono stabiliti con Exodus». Don Mazzi, che ha promesso di voler tornare più spesso a Tursi, ha poi sottolineato «gli ottimi risultati raggiunti», il proprio convincimento «a favore delle piccole comunità», di come questa metodologia «non possa prescindere dal coinvolgimento del territorio, per meglio seguire concretamente il reinserimento sociale», anche se ha riconosciuto che «solo un'altra diocesi in Italia, quella di Vigevano, profonde interesse e aiuto ad una comunità per ex tossicodipendenti». E la psicologa Vitelli ha rimarcato che «la Comunità Exodus di Tursi è tra le più povere a livello nazionale, avendo le rette più basse, ma molto ricca di apporti, di sacrifici, di altruismo». Salvatore Verde
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