Tursi - “Spero proprio che si riesca a far sopravvivere la parte più autentica di questo borgo antico e straordinariamente bello, com’è avvenuto altrove e in parte, ottimamente, anche già qui”. Lo ha detto in Rabatana, all’uscita del ristorante-albergo “Palazzo dei Poeti”, struttura turistica di Antonio Popia e dei figli Paolo e Vincenzo, l’ammirato prof. Silvio Garattini, fondatore e direttore del celebre Istituto di ricerca “Mario Negri” di Milano, accompagnato dalla moglie, signora Anny Fagnoni, per la prima volta da queste parti, che ha aggiunto: “Mai avremmo immaginato di provare tanto interesse e un’accoglienza così calorosa”. La famosa e molto affiatata coppia non è stata intimidita neppure dall’inclemenza del tempo, con freddo pungente, pioggia e una inusuale nebbia, “che ricorda tanto paesaggio delle mie parti bergamasche”, ha commentato con rassegnata bonarietà il grande farmacologo europeo. Invitato già lo scorso anno, il prof. Garattini è ritornato per un convegno a Policoro, organizzato dall’Azienda sanitaria Usl n. 5 di Montalbano Jonico, sul tema “I farmaci generici”, che “hanno uno stesso principio attivo, sono ottimi, altrettanto efficaci e costano meno, ma come tutte le medicine vanno usati davvero con molta parsimonia e solo in casi di cura necessaria”. Nel pomeriggio ha voluto visitare prima il Museo della cittadina Jonica, poi la Basilica- Santuario della Madonna di Anglona e lo storico quartiere tursitano, che “arabo sembra davvero”. “Una scelta quasi casuale, che ha il senso per noi di una vera scoperta, essendo posti che meriterebbero intanto di essere pubblicizzati, perciò conosciuti e visitati”. Nella escursione in auto e a piedi, l’illustre ospite era anche in compagnia dei vertici della Asl, con il Direttore generale Pietro Quinto, insieme con la moglie, dott.ssa Carmela Montemurro, il Direttore amministrativo Rocco Ierone e il Direttore sanitario Antonio Colasurdo. Raggiunti sul colle della Basilica dal sindaco di Tursi Salvatore Caputo con l’addetto stampa Salvatore Verde, la signora Anny, docente in pensione, nata in Francia, e il prof. Garattini, hanno voluto sapere molto delle complesse vicissitudini storiche del territorio, con le diverse dominazioni e le modalità di vita quotidiana degli abitanti. “Della Basilicata conoscevo Potenza, Maratea e la Città dei Sassi” (che ha visitato il giorno dopo, con il maltempo, ndr.). Il passaggio nelle vicinanze dei “giardini”, i famosi aranceti, e la camminata negli stretti vicoli rabatanesi, sull’orlo dei burroni, hanno fatto evocare l’intuizione storica del giornalista Pasquale Doria, sul ruolo strategico degli agrumi nella prevenzione dello scorbuto (“la malattia causata da carenza di vitamina C e P, caratterizzata da cachessia, emorragie diffuse, alterazioni ossee”) per i navigatori Saraceni e della famiglia Doria di Genova. Sorpreso, annuisce: “Non da storico, ritengo tale ipotesi ragionevole, plausibile e molto probabile”, mentre il coinvolgimento estetico lo affascinava: “Nella cripta della chiesa di Santa Maria Maggiore, il presepe in pietra e gli affreschi sono uno scrigno aperto”, con qualche utile consiglio: “ma il Trittico va messo in sicurezza e reso pienamente godibile, com’è adesso perde molto in fruibilità”. Davanti a un antico “stumm’” di legno (dove si infilavano i bambini, fasciati e immobili dal petto in giù, ndr.), con emozione ricorda: “quanti ne sono morti, perché in Italia il vaccino contro la poliomielite fu distribuito con dieci anni di ritardo, purtroppo”. Prima della partenza c’è stato l’incontro cordiale del gruppo con mons. Francescantonio Nolè. Si è parlato del malessere della società del benessere, di vita, malattia e terapie, guaritori e magie, e di salute dell’anima, con la speranza “di avere tempo in futuro per ritornare ancora”. Le dichiarazioni del grande farmacologo: Tursi – Durante la visita tursitana, era inevitabile qualche domanda d’attualità al prof. Silvio Garattini, 77 anni, padre di cinque figli e nonno di altrettanti nipoti, grande farmacologo. Cosa pensa del libretto governativo? “Non lo valuto politicamente, ma il libretto del Governo contro l’abuso dei farmaci è fatto bene. L’informazione è un dovere verso i cittadini, meglio se scritta. Perché si consumano tante medicine? L’abuso di medicinali in Italia dipende dagli enormi interessi economici intorno, difficilmente immaginabili. Ascoltandola spesso in televisione, si ha un’impressione sempre particolare. Fare questo lavoro non è facile, perché, a volte, si ricevono minacce. Dal suo osservatorio, la legge contro il fumo in pubblico funziona? E’ efficace, perché si è capito realmente quanto sia dannoso e pericoloso: il 30 % dei tumori nasce da lì. Ci sono grandi farmaci e vaccini in arrivo, presto? Non possiamo sapere in anticipo tutte le potenzialità di un grande farmaco, anzi, ci capita di riscoprire i vecchi, si pensi all’utilizzo dell’aspirina. Per i vaccini contro i grandi mali, invece, ci sono buone prospettive, ma ci vorrà ancora del tempo. Un consiglio? La medicina migliore è sempre la prevenzione, la qualità della vita, sana e regolata, con l’esercizio fisico.
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