"ASPETTANDO L'EPIFANIA", IL CONCERTO DEL CORO POLIFONICO E PRESENTAZIONE DEI QUADRI DELL'ARTISTA LUCIANO LONGO
Tursi - Nella cattedrale di M. Ss. Annunziata si è svolta la
dodicesima edizione del concerto
musicale "Aspettando l'Epifania" eseguito con crescente e sicura
affidabilità canora dal coro polifonico "Regina Anglonensis", diretto dal
giovane maestro Francesco Muscolino,
con l'apprezzata partecipazione della soprano Silvia Barletta. Presentatore d'eccezione il versatile tenore di Montalbano
Jonico Giuseppe Ranoia, davanti a un
discreto pubblico come sempre attento e partecipe. In prima fila il puntuale mons. Francescantonio Nolè, vescovo
della diocesi di Tursi-Lagonegro, con il parroco don Battista Di Santo e il sindaco Antonio Guida, accompagnato dalla moglie, la signora Rita. In programma musiche sacre,
classiche e della tradizione popolare, quasi tutte eseguite a 4 voci miste: Cantate Domino di Giovanni Croce, Inno al Creatore di L. van Beethoven, Ne Timeas Maria di T.L. de Victoria, Ave Vera Virginitas di J. Des Prez, Alto e glorioso Dio di M. Frisina (e
organo),
Panis Angelicus di C. Franck e
Ave Maria di C. Gounod (entrambi per solo e organo), Adeste Fideles nell'elaborazione di M. Nosetti (con organo), White Christmas, elaborazione di
M.Teresa Gissi, oltre a due
elaborazioni del M° Muscolino, Tu scendi
dalle stelle (per tre voci miste) e Astro del ciel.
Nel
corso della serata, sono state ufficialmente presentati al pubblico i due
quadri dell'abside, "Le nozze di Cana"
(a destra) e "La moltiplicazione dei pani
e dei pesci" (a sinistra). Le opere sono state realizzate con la tecnica ad
olio su tela di eguale grandezza interna (m. 4,25 x m. 2,08) dall'artista
calabro-lucano Luciano Longo. Che è
intervenuto per illustrare la genesi creativa, compositiva e figurativa delle due maxi "inquadrature"
pittoriche. Non casuale il rimando al linguaggio del cinema, avendo
l'autore parlato con modi suggestivi e
fascinosi di "due scene, ciascuna composta di 27 personaggi, che ruotano
descrivendo un ellissoide intorno al fulcro della rappresentazione che è la
figura del Cristo" (nel 1998 Longo ha collaborato con il maestro Sierra a produzioni cinematografiche e
pubblicitarie). "I due teleri' - ha aggiunto il dotato pittore - pur avendo una
loro ‘individualità', sono stati concepiti in maniera complementare, sia nella
loro allocazione frontale sia nel loro sviluppo pittorico, in modo che la luce
entri nella scena sempre dalla stessa parte. A livello simbolico, le opere
rappresentano l'unicum dell'Eucarestia: nella prima il Cristo tiene il pane,
nella seconda ha il calice del vino ".
Commissionategli nel 2006 dal Vescovo Nolè, i teleri lignei
sono stati realizzati e montati dal Centro Studi e Restauri di G. Martinelli di Picerno. Le nuove
tele, è stato pure ricordato, sostituiscono quelle distrutte nell'incredibile,
casuale e doloroso doppio incendio della Cattedrale, dell'8 e 10 novembre 1988.
Le precedenti raffigurazioni con lo stesso titolo e di fattura completamente
diversa, erano opere del 1748 dell'artista napoletano Giuseppe De Angelis, pittore "giordanesco". Impressione
‘manieristica' e classicheggiante, in certo modo, che sembra accomunare il
nuovo autore alla tradizione iconografica sacra, per certe soluzioni anche
(mono)cromatiche e la miniaturizzazione dei protagonisti ritratti, a dispetto
delle "gigantesche" misure disponibili, ma soprattutto per la virtuosistica
cura dei dettagli, nella quale tecnica Longo si esprime a livelli di raffinato
perfezionismo.
La
moltiplicazione dei pani e dei pesci è ispirato dal racconto evangelico. "In Galilea, la
moltiplicazione diventa il segno eminente della missione messianica ma anche lo
spartiacque dell'attività di Gesù, sempre più verso la Croce. Il volto doloroso
del Cristo e la postura in avanti simboleggiano questo decisivo momento della
vita del Nazareno. Le figure che lo circondano esprimono la loro meraviglia.
Gesù, novello Mosè, sfama con il pane il suo popolo. Ma il vero pane per la
vita del mondo sarà, a breve, il suo
Corpo". La forza evocativa e simbolica dell'immaginazione ha il punto focale
nella scena di Gesù che fa il miracolo, attorniato dalle figure idealmente
tipizzate degli apostoli, le donne e i bambini e i seguaci. Il realismo sembra
prevalere nelle fattezze della donna in basso a destra (la moglie dell'autore)
e nel ritratto stesso di Longo, collocato perciò fuori della narrazione,
sottolineando la sua estraneità con lo sguardo rivolto verso l'osservatore.
L'ambientazione si apre con la veduta della Rabatana di Tursi e richiama i
luoghi delle vallate del Sinni, il tutto illuminato dalla luce fioca ma ancora
viva del tramonto.
Le nozze di
Cana,
il secondo quadro (in ordine di consegna), rievoca il momento cruciale del
primo miracolo di Gesù alle nozze di
un suo parente, a Cana in Galilea, episodio evangelico riportato solo da San Giovanni. Avvolto da veste bianca,
il Cristo ha appena compiuto il miracolo, di trasformare l'acqua contenuta in
sei giare in eccellente vino nuovo, e la madre Maria, che gli è accanto, partecipa all'evento anticipando il gesto
del Figlio. La luce di Longo è quella del tardo pomeriggio, lo sfondo è
reso con una fresca vallata dominata dal
profilo montuoso del massiccio del Pollino e il paesaggio un "capriccio" scenografico.
"Per il suo carattere evocativo anche tale quadro è costruito sul principio che
trascende la verosimiglianza nell'immaginazione. I personaggi, con le loro
vesti e i volti, sono ispirati a modelli ideali e non reali. Posizionato in
basso, solo un cagnolino (che simboleggia l'obbedienza al Padre Celeste e al
suo disegno divino), sembra realmente abbaiare al distratto giovane che gli è
vicino".
Salvatore Verde
SCHEDA BIOGRAFICA DELL'ARTISTA LUCIANO LONGO
Nato
nel 1967 a Laino Borgo, al confine tra le due estreme regioni meridionali, Luciano Longo vive da tempo a
Castelluccio Inferiore, in provincia di Potenza. Con un passato da giovane
modello per la pittrice italo-mongola Marianne,
durante un breve soggiorno Parigi, e interrotti gli studi storia e filosofia a
Roma, intensifica il rapporto con il mondo dell'arte (e dello spettacolo: suona
canzonette e partecipa come autore-cantante ai concorsi canori "Voci nuove" di
Castrocaro e Giardini Naxos). Proprio nella Capitale trova conferma la
infantile passione per la magia del disegno (inizialmente caricaturale) e del
colore, frequentando Stefano Sconci
e la galleria "I Dioscuri", con l'esecuzione della sua prima ‘natura morta' a
olio e l'approfondimento della ‘pittura metafisica' di Carrà e De Chirico.
L'evento più significativo per la sua formazione pittorica avviene a metà degli
anni Novanta, nell'atelier del maestro parigino Manuel Sierra-Vasquez. Da allora il percorso artistico è segnato:
riceve il "Premio della critica" per la partecipazione alla prima mostra
collettiva "Primavera Romana". Il 1997 è l'anno della prima personale alla
citata galleria "I Dioscuri" e della collaborazione con la galleria romana
"Mirabilia"; riceve il premio "Trofeo
Elite" per l'esposizione al "Salone Italiano d'Arte Contemporanea". L'anno
successivo, la sua produzione viene inserita nell'Annuario Comed-Guida alle Belle Arti e riceve il trofeo "Città di San Pietroburgo". Nel
2000 espone al "Premio Mediterraneo" di Lauria (PZ) e negli Usa, presso la galleria "Antonaccio Fine Art" del
North Carolina. Partecipa con favori alla collettiva "Pittori e scultori della
Provincia ", del 2004, nell'ambito del Polo della Cultura dell'Amministrazione
provinciale di Potenza e, nel 2007, alla collettiva tematica "I Visionari",
curata da Laura Gavioli nella nota
galleria "Koller" di Budapest, evento culturale patrocinato dall'Istituto
Italiano di Cultura e dalla capitale della Romania e dal Comune di Potenza.
s.v.
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