Si è spenta in Rabatana Suor
Pacifica, il destino in un nome religioso
Con
il rito funebre concelebrato oggi pomeriggio da mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di
Tursi-Lagonegro, e da tutti i parroci viventi degli ultimi
decenni (oltre agli attuali don Battista
Di Santo e don Giovanni Lo Pinto, anche don Peppino La Banca, don Cesare Lauria, don
Mario Tempone, il vicario generale don
Francesco Mauri), è stato dato l'addio a Suor Pacifica, all'anagrafe Antonia
Lapata.
Avrebbe compiuto 70 anni il prossimo due aprile, 48 dei quali
trascorsi nella Rabatana di Tursi, tra
la chiesa di Santa Maria Maggiore e l'annessa sacrestia. Con notevole
partecipazione popolare, proprio in tale luogo di culto si è svolta la veglia a
bara aperta e la cerimonia. Vasto, profondo e generalizzato il cordoglio che ha
suscitato la sua scomparsa, avvenuta domenica verso le 13,45. A causa di un brutto
male, non preceduto da segni premonitori, le condizioni si erano aggravate
improvvisamente soltanto prima di Natale. Trasportata all'ospedale di Policoro,
era stata anche operata. Da circa quindici giorni aveva fatto ritorno
nell'accogliente ma austera abitazione, dove i parrocchiani si sono alternati
anche di notte al capezzale".
Ormai assente, aveva conservato il sorriso sulle
labbra" hanno riferito la madre superiora Suor
Celeste (Rachele Cioffi), compagna
di una vita, e l'amica Maria Cesareo,
che l'hanno assistita con amore e dedizione totali. Tre pie donne notissime tra
i paesani e nella crescente moltitudine di turisti e visitatori dell'antico
borgo arabo-saraceno, anche per la incondizionata disponibilità verso tutti e a
qualsiasi ora per l'apertura della chiesa (dove si trovano i maggiori gioielli
locali dell'arte sacra). Entrambe le religiose delle Pie discepole del Sacro
Cuore (Casa madre a Lecce, la più vicina a Piccianello in provincia di Matera),
erano arrivate a Tursi sollecitate da mons. don Salvatore Tarsia, indimenticato e degno prevosto della "insigne
chiesa collegiata" (dell'XI secolo). In seguito, furono dispensate da altri
obblighi e quindi autorizzate alla permanenza definitiva nella comunità
tursitana da mons. Secondo Tagliabue,
vescovo (1957-1968) dell'allora
diocesi di Anglona e Tursi. "Quasi un pezzo di storia paesana che ci lascia",
ha ricordato mons. Nolè, che ne ha esaltato "la totale devozione alla Chiesa,
sempre con premurosità e semplicità" dopo aver ringraziato davvero tutti. Il feretro è stato portato a spalle in
particolare da molti ex giovani rabatanesi fino al carro funebre, che ha poi disceso
la strada provinciale prima di attraversare l'intera via Roma, la principale
del centro abitato. Notato il cesto di fiori inviato da Emilia Felicita Capolongo, attuale commissaria prefettizia del
Comune.
Nata a Tricarico
nel 1939, di umili origini (entrambi i suoi genitori erano vedovi e ciascuno
già con un figlio a carico), Suor Pacifica entrò nell'ordine a 17 anni, prima di
arrivare a Montalbano Jonico e poi a Tursi il 1° ottobre 1961 (nell'ex convento
di San Rocco si celebrò la vestizione). Adesso riposerà nel cimitero tursitano,
(accanto alla tomba di mons. Tarsia), dove l'unica sua sorella (che vive con il
marito a Valenzana, in provincia di Bari) ritornerà a farle visita, come
abitualmente faceva un paio di volte all'anno.
Ci sia consentita
una rievocazione personale, tra gli innumerevoli che potremmo riferire, come
omaggio alla sua umiltà e naturale ritrosia a mostrarsi. Solo dopo insistenze pressanti
accettò di comparire nel film "Modo
armonico semplice - L'asilo di un Maestro", coinvolta soprattutto dai bambini
protagonisti, pur a fianco dell'inseparabile Suor Celeste, che adesso le
esprime un tenerissimo ricordo commosso: "Costantemente vicina a me, era brava
come solo un'anima docile sa essere e con infinita bontà". Proprio il tratto
espressivo della bonomia, unito a mitezza, semplicità e spirito servizievole,
ne avevano fatto per diverse generazioni una figura che induceva costantemente al
sorriso e al buonumore contagiosi. Quando si dice "il destino nel nome". A ben
guardare, da ieri e per sempre alla Rabatana mancherà una piccola luce di mirabile
luminosità.
Salvatore Verde
|