Tursi - La sacra
rappresentazione della Natività si va estendendo anche nelle piccole e grandi realtà
dell'entroterra lucana, quasi naturalmente predisposta con i suoi paesaggi
inusuali e i tipici borghi presepiali, con i sopravvissuti volti segnati dalla
fatica del tempo e la sempre incipiente teatralizzazione della vita quotidiana,
in un continuo e crescendo favore e fervore di pubblico. In questo fenomeno postmoderno,
tra il folcloristico e il devozionale, di animazione religiosa tradizionale,
eppure laicamente significativa, si colloca lo sforzo congiunto di Giuseppe
Cavallo, il giovane architetto presidente della Pro Loco, e Francesco Ottomano,
referente operativo della stessa associazione, con i presbiteri della parrocchia
Cattedrale di Tursi. Sono loro che hanno organizzato anche quest'anno, per la serata di domenica 6 gennaio, la
rappresentazione del presepe vivente nel centro storico e in particolare
nell'antico borgo arabo-saraceno della Rabatana. Dalla centrale piazza di Maria
Ss. di Anglona, il corteo dei fedeli si incamminerà (dalle 19,30 circa) lungo
un simbolico e reale percorso ascensionale fino alla sommità collinare del primo
rione tursitano, dove mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di
Tursi-Lagonegro, attenderà tutti i partecipanti. Dietro i Re Magi a cavallo si salirà
nei rioni San Filippo e San Michele, prima di affrontare la vertiginosa
"pitrizza" e la tipicità strutturale rabatenese, per finire (intorno alle
21,00) non a caso nella millenaria chiesa di santa Maria Maggiore, dove è
collocato uno dei più interessanti presepi in pietra del meridione, attribuito
ad Altobello Persio (come ritiene ormai la stragrande maggioranza degli esperti
di storia e critica dell'arte, per tutti citiamo Vittorio Sgarbi) più che a
Stefano da Putignano.
"Evento Presepe" è una positiva iniziativa che
mira a far conoscere e apprezzare anche nel periodo invernale una realtà
abitativa e territoriale di rara suggestione, puntando a valorizzare il
patrimonio architettonico, artistico e storico, proprio attraverso la sacra
rappresentazione e la riproposizione della più bella festa della cristianità.
Nel fare ciò, sono state coinvolte più di cinquanta figuranti e attori di varie
età, oltre all'intera cittadinanza (il concentramento inizia dalle ore 18,00) in
un percorso che si snoderà tra stradine
e viuzze, salite e grotte, case e palazzi nobiliari. L'intento è quello di
rievocare il mondo passato della egemone cultura contadina, con i ricchi
mestieri, le superate abitudini e sfaccettate credenze, in un viaggio anche
psicologico, emotivo ed esistenziale a ritroso, per ritrovarsi nell'aperta e comune
matrice culturale e antropologica del cattolicesimo, dunque della nostra
civiltà occidentale.
Leandro Verde
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