DAL POETA JOHN
GIORNO FINO A TURSI, LA RICERCA GENEALOGICA DELLA FAMIGLIA PANEVINO
Il
grande poeta italo-americano John Giorno
mi fu presentato il 19 dicembre 2005 durante una cena a Barletta. Egli mi disse
che già da alcuni anni era affascinato dall'idea di riuscire a risalire alle
proprie origini lucane, esattamente alianesi, come testimoniato da una
tela ereditata da Maria Panevino,
sua nonna paterna, emigrata a New York intorno al 1880, che ritraeva il dottor Nicola Maria Panevino, consigliere
distrettuale di Aliano (probabilmente l'opera, realizzata nella prima metà del
XIX secolo, fu un dono dell'Intendente di Basilicata).
Da
quel momento ricostruire la storia della famiglia Panevino divenne per me una vera e propria sfida. Tre anni di indagini
svolte finora prevalentemente negli Archivi di Stato di Potenza e di Matera e nei
fondi notarili mi hanno condotto fino a Tursi. Qui ho ancora intenzione di
cercare le tracce dei Panevino nelle loro case palatiate, nei nomi delle
contrade, nelle masserie di cui erano proprietari, nelle cappelle beneficiali
di loro giuspatronato, nei luoghi in cui si trovavano le loro sepolture. Gioverebbe
pertanto ai fini della ricerca avere accesso ad ulteriori fonti documentarie
ancora esistenti in loco ad esempio presso i locali enti di culto. Finora
pochi ma importanti indizi ci ricordano la magnificenza dei Panevino, antica e
nobile famiglia di origine normanna, vissuta in Puglia tra la contea di Lecce e
quella di Andria già nella seconda metà del secolo XII e sicuramente stabilitasi in Tursi
già nel Quattrocento. Da una prima rielaborazione delle informazioni
collazionate inoltre "casualmente" iniziano a delinearsi parte delle vicende
legate alla splendida acquasantiera situata nella chiesa di S. Maria Maggiore
in Rabatana, attualmente murata a destra dell'ingresso principale.
LA CHIESA
DI SAN NICOLA
FUORI LE MURA
DI TURSI
L'antica
chiesa rurale di S. Nicola extra moenia, sita in loco dicto Lo Fronte
de Milvi, nei pressi dell'antico castello di Tursi, forse già distrutta
nella seconda metà del XVI secolo da una violenta frana che colpì la collina
sottostante il castello, fu concessa da Jacobo
de Capua, vescovo di Anglona, il 21 maggio 1501, al presbitero Giovanni de Lao, cantore presso la
chiesa di Anglona. Questi istituì sua erede universale Dialta Sanfelice mediante testamento redatto nel 1528 per mano del
notaio Angelo de Asprella di Tursi.
Gli eredi di quest'ultima, Pomponio de
Santissima ed Emma de Aligretto,
e costei col consenso di suo marito Marco
Antonio de Basile, con atto del 19 agosto 1604 del notaio Giovanni Donadei di Tursi, donarono il
giuspatronato di detta cappella, ormai traslata nella chiesa collegiata, a
favore di Giovanni Lorenzo Panevino
seniore. Morendo questi poi di lì a qualche mese, ne presero formalmente possesso
i suoi figli, Matteo e Pietro Antonio Panevino. Questo altare
già agli inizi del Seicento era quindi ubicato nella seconda cappella della
navata destra tra la cappella della Purificazione di giuspatronato degli eredi
di Antonio di Noya e quella del
Santissimo Cuore, dopo la quale si trovano le scale che conducono alla cripta.
Lì vi restò presumibilmente fino a metà del Settecento, quando nella medesima
cappella fu fondato il beneficio della Ss. Trinità di giuspatronato della
famiglia Donnaperna e l'altare di
San Nicola di proprietà ancora dei Panevino, fu nuovamente traslato in un'altra
cappella della medesima chiesa.
In
effetti l'unica testimonianza tangibile dell'esistenza di una cappella dedicata
a San Nicola è costituita proprio dall'acquasantiera in pietra viva di forma
semicircolare molto simile ad una coppa, sorretta da una mano aperta posta
tuttora in Santa Maria Maggiore. Essa reca tutt'intorno al bordo, scolpita a
rilievo, una semplice iscrizione: D[omino] I[oannes] DE LAO [anno domini] 1518.
Si tratta proprio del nome del
fondatore del beneficio di San Nicola che nell'anno 1518 aveva posto
quest'acquasantiera nella propria chiesetta e che i suoi eredi avevano poi provveduto
a far trasferire nella chiesa collegiata. Rimane tuttavia un ulteriore dubbio: l'oggetto
in questione non appare di fattura cinquecentesca, anzi si potrebbe trattare di
un suo riutilizzo da parte del cantore de Lao nel 1518 e provenire quindi da un
altro luogo di culto. La somiglianza con acquasantiere dei secoli XIII e XIV
provenienti da chiese e conventi di ordini di cavalieri gerosolimitani è
davvero notevole.
Rosanna
D'Angella
Scheda
dell'Autrice
- Rosanna D'Angella, 27 anni, è nata a Canosa di Puglia e risiede in Grumo
Appula, sempre nella provincia di Bari. Laureata in Lettere moderne indirizzo
"filologie e letterature straniere moderne", conseguita presso l'Università
degli Studi del capoluogo pugliese, nell'anno accademico 2005/06, e con un
Diploma di specializzazione biennale del 2000/2002 della Scuola di
Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato barese (nell'anno
scolastico 1999-2000 aveva acquisito la Maturità scientifica con indirizzo
linguistico presso il Liceo scientifico statale "E. Fermi" del paese natale, sezione
staccata di Minervino Murge).
Stage tecnico
- archivistico
in schedatura, riordinamento e analisi di documentazione dell'archivio storico
dell'ex-I.P.A.B. Opera pia Conservatorio Gesù, Giuseppe e Maria di Minervino
Murge (BA), nel 2001 - 2002. Tra le altre
esperienze lavorative, la Collaborazione con la Soprintendenza archivistica per
la Puglia con la qualifica di operatore archivistico.
|