Si è svolta la sera di sabato 6 aprile, presso l’auditorium dell’Itcgtt “Capitolo”, la presentazione ufficiale della quasi biografia di “Placidia Doria Spinola.Una dama genovese tra Liguria, Lunigiana e Regno di Napoli”, della giovane ricercatrice di storia Barbara Bernabò, pubblicata dall’Associazione culturale “Davide Beghè” con il patrocinio di altri numerosi enti ed associazioni della Liguria e della Basilicata. “Pur con qualche limite organizzativo”, riconosciuto con onestà dal presidente della Pro Loco Francesco Ottomano, l’appuntamento si è rivelato di notevole valore storico e culturale, merito anche della relatrice, prof.ssa Rosa Maria Fusco, che ha offerto una interpretazione “protofemminista” della Marchesa di Calice e Veppo, oggi frazione di Rocchetta Vara, in provincia di La Spezia. La nobildonna e feudataria ligure (13.4.1584 - Massa 14.02.1660), orfana del padre dall’età di 4 anni e dal 1596 sposata col cugino Carlo Doria, Marchese e poi Duca di Tursi, si rivelò grande e lungimirante, “donna di potere discreta e influente, ma anche persona comune con le gioie e i dolori quotidiani, sempre accorta amministratrice”. Lettura critica avvalorata “sorprendentemente” dalla stessa autrice di un testo in appendice riccamente documentato, ma “che abbisogna proprio di altri punti di vista e collaborazioni future, auspicabilmente di storici tursitani e del Sud”. L’iniziativa conclude una interessante esperienza di gemellaggio istituzionale tra le Comunità montane del Basso Sinni e di Val di Vara, con lo scambio di visite delle delegazioni (prima quella tursitana al Nord, una settimana fa), per un reciproco approfondimento delle rispettive realtà territoriali, anche in funzione turistica e imprenditoriale, e accomunate dalla insistenza di problemi simili (calo demografico e spopolamento, disoccupazione, abbandono e recupero dei centri storici, valorizzazione del patrimonio ambientale). E tutto questo può veramente stimolarsi, nel caso, ed è questa una felice intuizione, proprio partendo da un solido legame rinforzato dalla comune storia, dai miliziani lucani sulle galee dei Liguri all’insediamento di questi nel Sannio, e dalla nobile famiglia Doria. Lo hanno detto con chiarezza a nome dei venticinque graditi ospiti, tra i quali la contessa Giuliana Zucchini Zannelli, ultima discendente diretta di Placidia Spinola Doria, e Antonio Persiani, fondatore nel 1999 e presidente fino a ieri dell’Associazione dei Lucani a Genova, dopo due giorni intensi e ricchi di spostamenti in zona, Andrea Garbini e Piero Barbieri, sindaci dei piccoli comuni spezzini confinanti Calice Al Cornoviglio e di Rocchetta Vara, e Antonio Marani, direttore del mensile “Il Ponentino” e rappresentante del Comune di Genova (“delegato per motivi elettorali, perché si vota anche lì”), nei loro apprezzati interventi, tutti entusiasti e ricolmi di gratitudine per la simpatia dell’accoglienza ricevuta e il calore umano spontaneo dimostrati dalle comunità visitate, non senza qualche amabile “effetto da malvasia”. Questi hanno informato sia il sindaco tursitano Antonio Guida che il vice presidente dell’ente comunitario Gaetano Curci, che si faranno promotori dell’inserimento delle figure e delle opere di Albino Pierro e Isabella Morra nelle previste celebrazioni genovesi del “2004 Anno della Cultura”, oltre ad aver invitato una intera scolaresca per una settimana nel paese di Donna Placidia, assicurando che “questa ‘scoperta’ avrà certamente un seguito”. “Veramente doverosi, per una volta, i sinceri ringraziamenti a tutti coloro che hanno creduto al significato del tentativo in atto, rendendo nel migliore dei modi la nostra permanenza, cioè a Carlo Stigliano e Battista D’Alessandro, presidente e collaboratore del Cosvel, a Mario Cucari, sindaco di Rotondella, a Pasquale Ruggero e Rocco Truncellito, sindaco e presidente della Pro Loco di Valsinni, al Comune di Tursi e alla Regione Basilicata”. Da tutti un reciproco invito a ritornare, a “salvare la Rabatana, perché cambierà il destino turistico dell’intero Basso Sinni”, e a conservare “uno stile di vita che quasi ci commuove per l’ospitalità”. Salvatore Verde
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