Richiami storici sulla città di Tursi in tre diversi libri. Il castello è una certezza
L'irruzione del caso è sovente alla base di piccole e grandi
scoperte, non soltanto in ambito scientifico. Può capitare di essere impegnati
in una direzione di ricerca anche storico-umanistica e ritrovarsi poi a dover riconsiderare
gli studi grazie alle occasionali notizie, alle informazioni e ai dati ricavati
da letture del tutto esterne o estranee agli interessi inizialmente coltivati,
ma rivelatisi utili anche a prima vista per ulteriori e folgoranti
approfondimenti.
Se la
storia è simbolizzabile con la rete (di documenti,
legami, causalità, citazioni, addentellati e rimandi più o meno
diretti), una
volta lanciata in mare o nel vortice impalpabile di internet, pescatori e
naviganti non sanno mai cosa vi può restare imbrigliato e venire a
galla. Accade così nell'appendice documentaria contenuta nel libro del
1903-04 dal titolo "Notizie E Documenti
Riguardanti La Storia Di Acquaviva Delle Fonti in Terra Di Bari Dalle Origini
al 1799" (edito da Giovinazzo, Tip. del R.
Ospizio, ristampato in facsimile da Adda Editore di Bari nel 1980).
L'autore
Antonio Lucarelli, infatti,
riporta nell'allegato XXXIX un testo ridotto all'essenziale ("Anno 1499, 30
giugno, Napoli) nel quale è scritto: "Giovanna d'Aragona riceve la terra di Tursi in iscambio di
Acquaviva" (Collat., Cur., vol. 26, fol. 41). Per l'importanza che riveste
lo riportiamo integralmente: "Regina Siciliae etc. Havendo piaciuto al
serenissimo signor re nostro fratello colendissimo, che per suo servicio
habeamo da restituirli la terra de Acquaviva, su maestà per excambio di quella
ne ha donato et concessa la terra de Turso con quelle medesme ragione
iurisdictione pagamenti et intrate che teneamo dicta terra de Acquaviva secundo
vederete per la commissione che in persona vostra ve mandamo de dicta Maest che
de dicta terra de Turso habeate da pigliare poxessione insieme con lo castello
in nome de quella et poi consegnarla, etc. data Neapolis XXX iunii 1499 La
triste reyna."
Storico e meridionalista noto,
il prof. Lucarelli (Acquaviva delle Fonti, 20 marzo 1874 - 10 settembre 1952) è
autore stimato di numerosi apprezzati testi, saggi e articoli di storia patria,
sul socialismo e sul brigantaggio pugliese e nell'Italia meridionale. Profondità
e autorevolezza di studi confluiti nella sua opera maggiore, la monumentale "La Puglia nel Risorgimento" (1931-1953)
in cinque volumi. Così nei due volumi "Storia
di Acquaviva delle Fonti", prima inquadra l'evoluzione e le vicende della
città dalle origini al 1799, poi ne descrive i rapporti nel contesto della
Puglia. Il rinvio che ci riguarda è rivelatore del peso territoriale di Tursi,
come merce equivalente di scambio, e conclama l'esistenza del castello, assolutamente
certo e non più in termini solo deduttivi e probabilistici.
Un altro testo, "L'Archivio
della Fraternita dei Laici di Arezzo. Introduzione storica e Inventario" (edito
dalla Giunta Regionale Toscana - La Nuova Italia, 1985, volume I ormai
esaurito), è a cura di Augusto Antoniella,
sua l'introduzione storica e la presentazione dell'inventario (per alcune
sezioni) della documentazione conservata nell'archivio, "che parte con il testo
dello statuto del 1262, approvato dal vescovo di Arezzo, con il quale la
Fraternita assunse finalità di beneficenza e passò gradualmente in mano ai
laici".
A pagina 102, "Negozi e lettere"
(1432-1774; Reg. leg. perg.; cc. 958, con rep. Alf. N. ant. 2 - XVIII), è
indicato con chiarezza: "cc. 1 - 1v.: ‘Queste infrascritte cose se adimandano
per li ambasciadori del signor messer Michele de Actendolis a la maistà del
Serenissimo et illustrissimo don Alfonso re de Aragona, de Sicilia circa et
ultre farum <...>'. (1441, giugno 19.) - Si tratta di richieste per il
riconoscimento dei feudi di Tursi, Torre del Mare (Torre Amara) (presso Bernalda, ndA), Aliano, Alianello, S. Martino Ripario (in Terranova), Vigliano, Anzi,
Vignola, Potenza, Tito, Vietri, etc., pervenuti a Michele sotto il governo
angioino."
Per l'archivista Rosanna
D'Angella, più volte a Tursi per ultimare le ricerche sulla genealogia del
poeta italoamericano John Giorno, sono "carte importanti per definire la durata
del dominio del capitano di ventura Micheletto
Attendolo Sforza (Micheletto conte di Cotignola, 1370 ca. - 1463), signore
di Acquapendente, Potenza, Alianello, Castelfranco Veneto e Pozzolo
Formigaro, su Tursi e altri paesi in Basilicata, avallata da documentazione
coeva oltre che dalla bibliografia nota sul personaggio". La ricercatrice
pugliese, che ringraziamo per le due segnalazioni, tra l'altro, ha individuato "un
cospicuo fondo d'archivio relativo alla famiglia Doria del Carretto di Tursi,
confluito tra le carte dei principi Colonna di Roma, non ancora preso in
considerazione da nessuna delle pubblicazione su Tursi, le quali si sono valse
solo dell'archivio romano dei Doria Pamphili. L'archivio dei Doria del Carretto
è conservato in un'abbazia a Subiaco, vicino Roma, ed è costituito di carte dei
secoli XVI-XIX".
Alla dichiarazione della
D'Angella, non in ultimo, si collega in qualche modo e sempre casualmente l'amico
Giovanni Lasalandra, farmacista
tursitano che vive con la famiglia in provincia di Frosinone. Egli ha
richiamato la nostra attenzione sull'agile volumetto intitolato "La Basilica Di S. Andrea delle Fratte in Roma - Santuario
della Madonna Del Miracolo" (III edizione 2006, realizzazione e stampa B.N.
Marconi, Genova) di Francesco Alberto
Salvagnini, a cura del P. Alfredo
Bellantonio dei Minimi. Nella parte dedicata a "Sepolcri e Iscrizioni", si
descrivono i "Sepolcri nella navata e nella crociera", l'autore scrive:
<<Ai
lati del portale d'ingresso, a destra entrando: MONUMENTO SEPOLCRALE DI D.
LIVIA DEL GRILLO DUCHESSA DI TURSIS DORIA E DI D. MARIA TERESA DI TURSIS DORIA
PRINC. DI AVELLA. Iscrizione sullo zoccolo: D.O.M. / LIVIAE GRILLAE / IO -
ANDREAE - DE - AURIA - CARETTI - TURSIAE / DUCIS / CONIUGI - OPTIMAE / TERESA -
ABELLANORUM - PRINCIPES / FILIA - MATRI - FECIT / FILIAE / LAZARUS - DE - AURIA
/ AMATISSIMUS - CONIUX / AMPLIAVIT - MDCCLII. Sul cuscino di marmo la firma
dello scultore: EQUES - FRANCISCUS - QUEIROLUS / IANVENSIS - INVEN - ET -
SCULP. Il duca Andrea di Tursi Doria
e la sua figlia Maria Teresa,volendo
onorare con un deposito monumentale la memoria della rispettiva moglie e madre D. Livia del Grillo, morta in Roma nel
1746, ottennero dai superiori del convento un sito accanto alla porta maggiore
della chiesa. Della esecuzione della parte superiore del monumento fu
incaricato lo scultore genovese Queirolo
(1704-1762), che la compì nel 1749. L'anno seguente, 1750, moriva anche D.
Maria Teresa, ed il marito Don Lazzaro
Doria, volendo che madre e figlia restassero unite, fece ampliare e
modificare il deposito collocandovi il ritratto della moglie scolpito in un
medaglione e mutando l'iscrizione. Ciò fu terminato nel 1752...".
Si, sulla città di Tursi c'è
ancora tantissimo da disseppellire e da riportare alla luce.
Salvatore Cesareo
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